Nei campi retrostanti la villa sono stati raccolti frammenti fittili di età romana (1). Si segnala il pregevole complesso monumentale della villa e tenuta Spalletti. Già la carta topografica del Ducato Estense nel 1828, riporta il toponimo di "C. Spalletti". La tenuta ancora oggi di rilevanti dimensioni, si estendeva un tempo dai confini dei Comuni di Gattatico e Campegine a quelli di Montecchio, comprendendo numerosi fabbricati rurali. Scarsissime sono comunque, allo stato attuale delle ricerche, le notizie storiche relative al complesso. Il nucleo principale è posto al centro di un sistema di quattro viali alberati ortogonali che ne inquadrano le prospettive. L'impianto tipologico è a corte chiusa delimitata dai fabbricati. Si evidenzia la villa padronale. Questa presenta una pianta quadrangolare, sviluppata su tre livelli ed articolata ai vertici di nord-est e nord-ovest a due torri sopraelevate rispetto all'edificio. La facciata rivolta verso la via Emilia è scandita dalla regolare simmetrica sequenza delle luci. E' notabile anche il vasto fabbricato colonico che chiude la corte a sud caratterizzato dalla porta morta passante e da un doppio porticato a sei luci ad arco ribassato ora tamponate.
La famiglia Spalletti, proviene dal Canton Ticino dove già alla fine del XVI secolo era conosciuta come una delle famiglie più antiche. Inserita nel mondo del commercio aveva costruito la stabilità finanziaria grazie alla seta.
Poco prima del 1750 gli Spalletti vendono tutte le proprietà nel Canton Ticino e si stabiliscono a Reggio Emilia dove continuano a operare nel campo della seta.
Venceslao II, nato nel 1837, partecipò ai moti risorgimentali e dopo l’Unità d’Italia fu eletto per 3 volte senatore. La nomina parlamentare portò il trasferimento della famiglia a Roma. Per un certo periodo le scuderie Spalletti a Sant’Ilario ospitarono la posta e la dogana sul confine fra lo Stato di Parma e quello estense.
La tenuta di Sant’Ilario d’Enza ebbe un importante ruolo economico fin dalla fine del 1700: nei terreni, oltre ai prodotti agricoli (grano, frumento, vite, latte) si coltivavano il tabacco e la canapa. All’inizio del ‘900 furono introdotte anche innovazioni tecniche-agricole come l’irrigazione dei campi con bacini per la raccolta delle acque piovane e l’utilizzo di macchinari moderni. All’interno della tenuta si trovavano il caseificio, la falegnameria, la fucina, i depositi per l’essiccazione del tabacco, la peschiera. La forma di conduzione dei poderi adottata fu sempre la mezzadria.
Nella famiglia Spalletti le donne ebbero sempre un ruolo attivo, occupandosi non solo della conduzione delle tenute, ma anche di opere filantropiche; in particolare Gabriella Rasponi (moglie di Venceslao) coordinò e finanziò opere per l’infanzia abbandonata, fu attiva per gli aiuti dopo il terremoto di Messina (1908), denunciò la condizione di sfruttamento delle donne. Dal matrimonio di Gabriella nacque anche Gian Battista che ebbe sempre per la tenuta di Sant’Ilario un particolare affetto.