Corte rurale di particolare pregio architettonico, riferibile forse nell'insediamento originario al XV-XVI secolo. L'impianto a recinto quadrato è circondato da una cinta muraria in laterizio, in parte recentemente ricostruita. Agli angoli settentrionali sono disposte due torrette a base quadrata con colombaia superiore. L'accesso alla corte è limitato da due pilastri cuspidati. Il casino civile sviluppa un volume compatto a pianta quadrangolare articolato su tre livelli; il coperto è a quattro falde con campaniletto a vela in vertice. Le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. Al corpo centrale si affiancano due ali laterali più basse con copertura a terrazzo balaustrato. La carta topografica del Ducato Estense del 1828 riporta il toponimo di "C. Benizzi". Alla corte è annesso anche l'oratorio di S. Gaetano fondato nel 1758 dal sig. Giovanni Gallingani e restaurato nel 1841 dalla famiglia Viganò (1). Il complesso passò nell'Ottocento ai Viganò ed agli Inzani, quindi nel 1918 alla famiglia Giglioli-Magnani, nel 1936 al Sig. Romanelli Giuseppe di Parma, al Dott. Luigi Rocca ed ora al sig. Rota.
Giovanni Inzani (Parma 1827 – S.Ilario d’Enza 1902).
Laureato in medicina e chirurgia a Parma nel 1848 parte come volontario sia nella prima che nella seconda guerra d’Indipendenza. In guerra dopo aver visto le sofferenze dei soldati aderisce a Parma al Comitato Sanitario che si ispira ai principi della Croce Rossa. Nel 1855 è decorato con medaglia d’oro per la sua lotta contro il colera a Parma. Lascia un ragguardevole numero di pubblicazioni scientifiche frutto della sua attività. La città di Parma gli ha dedicato nel 1902 una strada e nel 1906 l’università ha inaugurato un busto collocato nella facoltà di medicina.