Nel 1240 la Comunità di Secchio con 35 uomini presta il giuramento di fedeltà al Comune di Reggio (1). Figura ancora con 14 famiglie nell'Estimo del 1315 (2). La chiesa di S. Bartolomeo compare nelle Decime del 1302 tra le dipendenti della Pieve di Minozzo (3). Dalla seconda metà del XV secolo fino alla metà del XVII secolo la chiesa è unita a quella di S. Prospero di Costabona. Furono separate nel 1643 con decreto del Vescovo Coccapani (4). La villa figura infeudata nel 1623 al Conte Sigismondo Malvasia ed alla fine del XVIII secolo alla casa Marchisio (5). In tale epoca comprendeva 131 abitanti (6). Nel 1796 giurando fedeltà alla Repubblica reggiana con 29 capi famiglia e 2 consoli, la comunità viene collegata a quella di Febbio. Con la Restaurazione Estense del 1812 è sottoposta alla podesteria di Minozzo (7). La chiesa di S. Bartolomeo è orientata liturgicamente, ma è stata oggetto di interventi di restauro che ne hanno modificato le originali caratteristiche architettoniche. Secondo la tradizione l'antica chiesa si trovava nella frazione detta ""al Monte"" e fu diroccata da una lavina. La visita del Vescovo Picenardi nel 1707 ci riporta che la chiesa era sita su un alto colle, formata da un'unica nave con due altari e volta ad oriente. L'attuale è stata ricostruita nel 1899 (8); nella facciata, a capanna, si apre un ampio portale riquadrato in arenaria orsata sormontato da una cornice modanata e da una trifora. La torre campanaria si innalza sul fondo dell'edificio. Un adiacente fabbricato è costituito da diverse unità edilizie aggregate conservanti particolari architettonici del XVIII secolo; tra questi è notabile un ampio portale riquadrato in arenaria incisa a fasce, recante il millesimo ""16.. "". Nel fianco meridionale di una costruzione contigua è visibile un secondo portale recante in architrave un arma a rilievo. Nell'estremità inferiore del borgo si innalza una maestà a pilastro novecentesca, con nicchia votiva racchiudente icone a stampa.