Le origini di Campagnola si collocano nel periodo compreso tra il V e VII secolo (1). Il luogo è nominato la prima volta nell'anno 772 nel Diploma con cui Re Desiderio fece donazioni al Monastero di S. Giulio (2). Nella località esisteva un castello-di cui si rimanda anche alla scheda "Castellazzo"- fin dal 935, di dominio della chiesa di Reggio, infatti è di quell'anno una carta in cui si legge "Actum castello Campaniola Feliciter" (3). Nel 1071 fu donato dalla Contessa Beatrice, vedova del Marchese Bonifacio, al Monastero di Frassinaro (4). Nonostante il dominio restasse della Chiesa di Reggio, nel 1141 Palmerio figlio di Albricone vendette il castello ai Signori di Correggio Gherardo e Corrado. Nel contratto compreso un dettagliato elenco delle possessioni vendute con l'indicazione dei castelli e ville esistenti all'epoca nel territorio di Campagnola (5). Nel 1277 fu ceduto dai Signori di Correggio, ai Reggiani che ne presero in permuta Fosdondo, per riaverla nel 1303 in cambio di servizi prestati (6). Il castello denominato di S. Ambrogio o Castellazzo fu incendiato verso il 1370 da Bernab Visconti; il ricordo della distruzione resta nello stemma municipale: una rocca in fiamme (7). Nel 1371 fu stipulato un'alleanza fra Bernabò Visconti e Guido da Correggio. Quest'ultimo nel 1379, con l'aiuto del Visconti, diede inizio alla ricostruzione del castello nella località Badia di Campagnola-vedi scheda "Abbazia"- demolendo parte del monastero e della chiesa (8). Nel 1621 Siro d'Austria principe di Correggio fece edificare un "Borgo a Castello nella Villa di Campagnola per maggiore amorevolezza del suo stato" (9). In un decreto dello stesso anno il principe descrive in 14 punti i privilegi che avrebbe goduto la popolazione dopo la costruzione del Borgo; nel 9 punto in particolare vengono fissate delle regole per uniformare l'intervento edilizio con case di altezza tutte uguali e porticate(10). Dal 1630, quando Siro perdette il principato, iniziò la decadenza del borgo che nel 1633 fu ceduto agli Spagnoli; nel 1635 Francesco I duca di Modena riacquisì Campagnola concedendo una certa indipendenza (11). Negli anni che seguirono il luogo fu quasi ininterrottamente sede di presidi stranieri fino al 1796, anno in cui Campagnola diventò Comune autonomo; nel 1815 fu incorporata nel Comune di Novellara ed infine ripristinato nel 1859 (12). La chiesa parrocchiale è dedicata ai SS. mi Gervasio e Protasio. La costruzione originaria era posta a sud-ovest dell'attuale chiesa a circa 2 km. di distanza; di essa se ne ha notizia fin dal 1099 (13). Dal 1593 è parroco Girolamo Turci che nel periodo 1612-1621 promomuove la demolizione della vecchia chiesa e la sua ricostruzione. La nuova chiesa, che poteva ospitare fino a 1500 persone, era a tre navate con soffitto in legno dipinto; le navate laterali e la facciata avevano tre finestre ed una, di grandi dimensioni, si trovava nella zona presbiteriale (14). La costruzione fu probabilmente eseguita in economia se 40 anni più tardi necessitava già di restauri; infatti in uno scritto del 1661 si legge "speditamente si faccia aggiustare la Chiesa verso la porta grande dove minaccia rovina si debba quanto prima comandare" (15). Nel 1753 furono intrapresi altri restauri, infatti la Confraternita del SS. mo Rosario decise di demolire e ricostruire parte della chiesa su disegno dell'architetto milanese Bartolome Rocco. Il progetto, con pianta a croce greca, si ispirava alla chiesa reggiana dedicata alla Madonna della Ghiara; i lavori furono completati nel 1820 (16). Oltre alla straordinaria struttura della piazza centrale si segnala l'impianto del Palazzo Baccarini /Villa Conti Cottafavi del 1741, restaurato dall'architetto Angelo Siligardi nel 2007, con il vasto parco retrostante e la villa Barbanti disegnata dall'architetto C. Costa nel 1835 (17).