| In siti indeterminati nei pressi della località si sono rinvenuti un manufatto di tipo musteriano, un sepolcro neolitico ad inumazione, gruppi di fondi di capanne del neolitico medio, diversi reperti del neo-eneolitico ed eneolitico, pugnali in bronzo di tipo terramaricolo oltre a tombe e materiale romano (1). In una bolla di Innocenzo II dell'anno 1141 tra i beni del Capitolo di Parma si nomina la "capellam de Calerno cum hospitali". Nella successiva bolla di Anastasio IV del 1153 "l'hospitale S. Laurentij in Calerno" è compreso tra i possessi del Monastero di S. Genesio di Brescello, passando quindi all'Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme (vedi anche scheda "La Commenda") (2). Una carta dell'Archivio Capitolare di Parma del 1210 riporta l'esistenza di un castello in Calerno del quale non rimane alcuna traccia (3). Nel 1427 Calerno era uno dei comunelli del feudo di Montecchio di cui seguì tutte le vicende storiche dipendendo da questo Comune finchè durò la dominazione Estense ed il Marchesato. La Repubblica Cispadana lo distaccò cedendolo al Comune di S. Ilario. Tornò sotto Montecchio dal 1816 al 1859, quando per Decreto del Dittatore Farini fu definitivamente aggregato a S. Ilario (4). Nel 1664 Calerno comprendeva 501 abitanti saliti a 1054 alla fine del Settecento (5). La chiesa di S. Margherita Martire compare nelle Decime del 1233 sotto la Pieve di S. Eulalia nella Diocesi di Parma, dipendente dai Padri Benedettini di S. Giovanni di Parma cui apparteneva ancora nel XV secolo. Nel 1828 passò alla Diocesi di Reggio nel Vicariato di S. Ilario (6). La chiesa è posta a lato della via Emilia. Fino al 1683 aveva una sola disadorna navata. Fu ricostruita dalle fondamenta nel 1683-1685 ad opera del Maestro Giovanni Martelli, in ordine composito con tre navate e sei cappelle laterali. Nel secolo XVIII fu costruito il coro, semicircolare, riformando quello antico, quadrato. Nel 1863 fu prolungato il corpo della chiesa verso occidente di circa 8 metri ricavando due nuove cappelle e la facciata attuale. Altri interventi di ristrutturazione e restauro seguono nel 1893 e 1907. La vecchia torre del campanile viene rifatta nel 1882 (7). La denominazione della località, detta anche"La Duchessa", è riportata dalla tradizione come derivata da un incidente occorso alla Duchessa di Parma transitando presso la chiesa di S. Margherita e dal quale rimase incolume. Forse più propriamente il Saccani suggerisce l'ipotesi invece che il termine derivi dalla moglie del Conte Alberto che nel 1155 abitavano le terre in confine con Campegine (8). |