| "Casa de Rozis" è nominata nelle investiture dei Vescovi di Reggio alla famiglia dei Signori del Gesso ma secondo il Saccani non in quella anteriore al 1134 riportata dal Tiraboschi (1). La villa di "Caderoza" è riportata in un elenco del 1302, in una vendita del 1311 e nel Libro dei Fuochi del 1315 (2). Il Comune di Cadiroggio fu poi annesso al feudo di S. Valentino seguendone le sorti. La Chiesa di S. Apollinare compare nel 1302 (3). L'edificio presenta una facciata tripartita orientata a nord-est. La parte inferiore è scandita dalla sequenza di cinque lesene con alto cornicione; due volute laterali delimitano la composizione della parte superiore. Cadiroggio presenta un impianto urbanistico disaggregato distribuito scalarmente al pendio. Tra le emergenze architettoniche e tipologiche si segnala in particolare la Villa Severi. L'esistenza della villa è documentata già nel secolo XVI in carte dell'archivio della famiglia Severi che in tale secolo lascia la località di Gavardo per trasferirsi a Cadiroggio. Attorno alla villa si sviluppava una corte autosufficiente con botteghe artigianali, quali una falegnameria ed un mulino demolito negli anni 1937-38, oltre ad un complesso rurale, ora ricostruito, in località "CàdèCanti". La villa conserva in gran parte inalterata la struttura planivolumetrica originaria a base quadrangolare, articolata su tre livelli con luci regolari e simmetricamente distribuite, conclusa da un tetto a quattro falde. Il paramento murario è in pietra. Sul prospetto meridionale si può ammirare uno stemma araldico dei Sacrati, già Signori di S. Valentino. La villa è circondata da un vasto giardino in cui si trova una bella fontana seicentesca; nello stesso giardino, durante alcuni scavi eseguiti dalla proprietà, è stata rinvenuta una lapide marmorea su cui è riportata la scritta "1762 Fratribus Severi". E' notabile anche un torriotto merlato in stile neo-medievale. Quasi a fronte, a nord della strada, si evidenzia un villino novecentesco pure in stile medievale. Vicino alla villa sorge un complesso rurale a corpi separati, già inserito nella corte dei Severi ed adibito a caseificio fino ad alcuni anni fa. Ora è in abbandono e disabitato. Sull'ampio prospetto occidentale dell'abitazione, a capanna, è osservabile un interessante affresco raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù; questo è attribuito agli inizi del Seicento. Nel 1790 e nel 1880 sono stati eseguiti importanti lavori di sistemazione dell'edificio. Le ultime case ad oriente dell'abitato comprendono un altro complesso a corpi separati con abitazione padronale ed edificio con rustico ed abitazione del colono, disabitato e di proprietà della famiglia Casali. A margine della strada è posta un'edicola ottocentesca delimitata da due lesene e coronamento a frontaspizio superiore. |