| Antica località del circondario di Reggio; già nel 980 è riportata l'esistenza della "Plebs Banium" (1). Nel 1057 Papa Stefano IX sancì l'appartenenza di un podere ivi situato al Monastero di S. Prospero di Reggio(2). Il più importante cenobio reggiano conservò per molti secoli questo ed altri beni via via acquisiti fino al 1403 anno in cui il Cardinale Cossa, legato pontificio, li concedette, a titolo di enfiteusi perpetua ai Boiardi di Rubiera. Al dominio temporale del Monastero di S. Prospero si affiancava anche quello dei Canonici della Cattedrale di Reggio(1192), del Monastero di S. Giulia di Brescia(1142-1169)e, ben più consistente e rilevante, l'autorità ed i diritti del Vescovo reggiano che fin dalla metà dell'XI secolo era riuscito a sottrarre la corte di Bagno all'egida di Bonifacio da Canossa; il dirito fu confermato al Vescovo dagli Imperatori Federico Barbarossa(1160), Enrico VI(1195) e Federico II(1124) (3). La Chiesa è consacrata dal Vescovo Alberio nel 1160 (4). Agli inizi del XIV secolo ne erano filiali le chiese di Marmirolo, Arceto, Cacciola, S. Donnino di Liguria e S. Michele di Riotorto (5). Dopo il 1341 la chiesa fu restaurata ad opera della famiglia Boiardi. La struttura dell'edificio doveva essere assai semplice ad una sola navata, con tre altari e coro quadrato. Nella prima metà del XVII secolo viene realizzato il coro ad emiciclo, allungata la navata ed aggiunti altri due altari. Con la visita pastorale del Cardinale Rinaldo d'Este nel 1652 si ordina che la chiesa sia restaurata ed alzata. I lavori iniziano nel 1655 e si possono dire completamente conclusi nel 1680(6). Nel 1717 si diede avvio alla costruzione della nuova chiesa a spese dell'Arciprete D. Francesco Montanari. Il nuovo edificio fu consacrato da Mons. C. Forni nel 1738 e dedicato alla Natività di S. Giovanni Battista(7). La Chiesa presenta una facciata orientata a nord-est. Il prospeto è scandito da lesene ioniche e diviso in due ordini da un'alta fascia marcapiano modanata. Il portale è architravato con fregio superiore. Si segnalano le due nicchie con le statue in cotto di S. Giovanni Battista e di S. Paolo. La parte superiore è coronata da un fron- tispizio. Una lanterna è posta in vertice al vasto tiburio. L'interno è a pianta esagonale con sei cappelle una delle quali prolungandosi forma il presbiterio ed il coro:il volto è emisferico mentre i capitelli e cornicioni sono di ordine ionico. A fianco della facciata si innalza l'elegante campanile; fondato dallo stesso Arciprete Montanari, fu poi realizzato da Pietro Armani verso la fine del XVIII secolo(8). Mostra una parte inferiore a bugnato lineare ed una superiore a doppie celle sovrapposte, la prima a serliane e la seconda a monofore. Alla Chiesa è articolato l'interessante complesso settecentesco della canonica. Presso la Pieve, sulla via Emilia, sorgeva nel 1183 un ospedale di cui si ha ancora notizia nel 1464(9). Tra i castelli concessi a Bonifacio di Canossa nel 1070, il Vescovo di Reggio si riserva quello di Bagno con la corte (10). Il Comune di Bagno con 48 capifamiglia(41 mezzadri e 7 cittadini)compare nel Libro dei Fuochi di Reggio del 1315 (11). Il castello era in possesso nel 1319 della famiglia Muti di Gazzata. Nel 1331 passò ai Gonzaga; dopo essere stato saccheggiato nel 1334, pervenne ai Fogliani(12). Il castello fu poi bruciato e distrutto dai Boiardi nel 1341(13). Nel 1361 il Vescovo di Reggio investe Bagno a Feltrino Gonzaga; seguì quindi le sorti di Rubiera(14). Nel 1676 si comprendevano 777 abitanti ridotti a 588 alla fine del Settecento(15). Nel 1798 Bagno fu unita a Reggio. Nel 1801 era Comune con Cacciola e porzioni di Marmirolo e Masone. Durante il Regno d'Italia nel 1805 comprendeva le frazioni di Roncadella, Marmirolo e Masone. Dalla Restaurazione del 1815 è infine compreso nel Comune di Reggio(16). Presso la Chiesa è visibile un significativo rustico con portico architravato a quattro luci e tetto a quattro falde. |