Notabile l'oratorio dedicato a S. Marco di probabile origine settecentesca. La costruzione presenta facciata a capanna con lesene laterali e frontespizio triangolare; l'ingresso è architravato. Sulla copertura si imposta un campaniletto a vela. A fronte dell'oratorio è collocata una maestà con alta pilastro e nicchia con immagine votiva della Madonna ed il Bambino.
E’ situato nella frazione di S. Martino e più precisamente nella zona detta storicamente “il Ghetto” in Via San Marco. Dalle memorie del sacerdote Don Antonio Gianferri emerge che “nel 1622 si costrusse l’oratorio di S.Marco, in mezzo al trivio ove ora sorge il pilastro o cappelletta”. E’ un edificio semplice con facciata a capanna, lesene laterali e frontespizio triangolare. Si ha notizia di una sua demolizione nel 1757, ma fu ricostruito ove ora si trova in un’area messa a disposizione dal proprietario dell’appezzamento agricolo e relativa casa contigui. Lo stesso possidente sembra curò la sua ricostruzione e la dotazione di un beneficio economico per il mantenimento di un cappellano con l’obbligo di celebrare messe e recitare il rosario nei giorni di festa dopo le funzioni in parrocchia. La prima messa fu celebrata nel 1758 dall’Abate Tirelli intervenuto per la benedizione del rinnovato tempio. Fu esposto un quadro realizzato per l’occasione e raffigurante la Beata Vergine del Rosario, S. Domenico, S. Marco e S. Antonio. Nel 1818-19, poiché era in fase di rifacimento il tetto della chiesa principale della frazione, le funzioni parrocchiali erano svolte in questa sede. Qui veniva per l’occasione conservato il SS. Sacramento. Questo edificio era noto anche come “oratorio Filippi”, dal cognome degli ultimi proprietari, poi trasferitisi a S. Benedetto Po. Gli stessi acconsentirono ai restauri portati avanti dal parroco Don Ferrari alla metà degli anni cinquanta. Il locale fin allora adibito a magazzino si trovava in condizioni disastrose. Fu ripulito, rifatto il tetto, trattati i muri contro l’imperversante umidità, ornato di qualche decoro pittorico dal guastallese Moscardini e arredato coi banchi vecchi provenienti dalla chiesa parrocchiale. Il bel quadro della Madonna del Rosario fu ripulito e lasciato in loco, attorniato dalla graziosa cornice contenente 15 piccoli ovali. L’opera sembrerebbe risalire al XVIII secolo. Non se ne conosce l’autore. (dal libro “Guastalla, città delle chiese, passato e presente delle chiese e degli oratori guastallesi” di Daniele Daolio, 1998)