| Poiano è nominata per la prima volta nel 1071 come una delle dodici corti che la Contessa Beatrice, madre di Matilde di Canossa, donò al Monastero di Frassinoro (1), ritornando in seguito sotto il diretto possesso dei Canossa. Vi si trovava un castello espugnato nel 1199 ad opera dei reggiani guidati dal podestà Giudo Lambertini, in onore del quale fu poi dedicato l'arco di Porta S. Croce in Reggio con la celebre iscrizione tuttora conservata "Bismantum cepit, Pulganum grandine fregit" (2). La "ecclesia de Puglano in castro" compare in un documento del 1191 ma figura consacrata dal Vescovo Alberio verso il 1050 c. (3). La chiesa dedicata ai SS. Grisante e Daria è citata negli elenchi delle Decime del 1302 e 1318 come filiale della Pieve di Minozzo. La visita del Vescovo Cervini del 1543 riporta l'esistenza di un'altra chiesa dedicata a San Bartolomeo "sine cura" (4). La villa di Poiano passò dai Canossa in possesso dei Fogliani e trovasi indicata nell'Estimo del 1315. Sotto gli Estensi costituì un feudo insieme a Carniana, con il titolo di Contea della quale nel 1623 furono investiti il Conte Ludovico Ronchi di Modena, nel 1707 i Conti Carnadini ed in seguito la casa Arnaldi di Firenze con il titolo di Marchesato (5). Alla fine del XVIII secolo comprendeva una popolazione di 89 abitanti (6). Dopo la Restaurazione Poiano fu unita al Comune di Villaminozzo. La chiesa parrocchiale era costituita, nel 1707, da un'unica navata con due altari. Figura in cattivo stato nel 1724 così come ancora nel 1751 quando è minacciata da una frana. Si provvide allora alla costruzione di un nuovo oratorio per iniziativa di due sacerdoti, i fratelli Filippo e da questi ceduto come parrocchiale (7). L'edificio parrocchiale è stato oggetto di interventi di restauro che hanno alterato le originali caratteristiche architettoniche. Presenta una semplice facciata a capanna con portale architravato; la costruzione è affiancata da uno slanciato campanile con cella a monofore. Nel fianco di un fabbricato parzialmente ricostruito è ancora visibile l'architrave ligneo rettangolare di un portale recante il millesimo "1735". A settentrione dell'abitato rimane una edicola con tetto a due acque ed avamportico recante la dedicazione alla Beata Vergine, in memoria della epidemia di colera nel 1886. |