| Villa situata presso la confluenza del rio Andrella con il fiume Enza. Il luogo è nominato nel 1197 per una riconciliazione avvenuta tra Guglielmo Vallisneri e l'abate di Marola e successivamente nelle investiture della famiglia Vallisneri (1). Nel Censimento Estense del 1415 figura avere 84 abitanti (bocche), 4 case "muratae e coopertae plagneis" e 18 case non meglio descritte (2). Era una delle 13 ville componenti la Valle dei Cavalieri ed apparteneva al Comune di Vairo, nello Stato di Parma. Il Molossi ne indica la popolazione della parrocchia agli inizi dell'Ottocento in 600 abitanti (3). Sul finire del 1847 fu aggregata al Ducato Estense, provincia di Reggio. Nel 1859 fu eretta in Comune autonomo successivamente trasportato a Ramiseto. La chiesa dei SS. Vincenzo ed Anastasio era una antichissima Pieve del Vescovado Parmense. Nel 1230 figura avere giurisdizione delle cappelle di Zibana, S. Maria di Vairo, S. Michele di Vairo, Nigone, Ranzano, Caneto, Palanzano, Monchio, Lugagnano, Pratopiano, Gazo, Pianadetto, S. Giacomo di Compiano, Trevignano e Camporella (4). Nel 1853 fu aggregata definitivamente alla Diocesi di Reggio. La tradizione vuole che questa chiesa fosse edificata dalla Contessa Matilde, la quale aveva in questi luoghi vasti possedimenti (5). Nell'inventario del 1664 leggesi: "chiesa restaurata di nuovo fatta con legnami nuovi, con il coro fatto in volta con le sue catene di ferro con sei finestre et serratare et ferrate et pilastri" (6). Su un muro della canonica è riportata una lastra in arenaria con la scritta "NON TI FIDAR DI CHI SI SIA - CH'AL FINE SI VA RODENDO - D'AMICIZIA IL CRINE - C. N. F. DIE 2 JULI 1661". Da una relazione del 1729 si ha la seguente descrizione della chiesa: "... anticamente fabbricata, senza volta e soffitta ma con forti legni colligati con lighe di ferro, ben coperta di tegole, tiene la porta maggiore verso occidente... ed ha una porta minore verso settentrione... ha il coro fatto in volto verso oriente... E' dotata di campanile... e vi sono tre altari... ". Ancora del 1868 è l'indicazione del coro in volto e copertura a travatura in vista. La recente chiesa ricostruita in falso stile romanico nulla conserva della antica Pieve se non un frammento di capitello ed il fonte battesimale. |