Nei coltivi a sud verso il "Casino Valcavi" è stato rinvenuto un piccolo cucchiaio della età del ferro (1). La Pieve dei SS. Pietro e Paolo è menzionata fin dal 980 con il diploma dell'Imperatore Ottone (2). Venne consacrata dal Vescovo Adalberto verso la metà del secolo XI e fu una della Pievi che il Marchese Bonifacio di Canossa ebbe in enfiteusi dalla Chiesa di Reggio nel 1070, "Plebem de Caviliano cum dominicato magno" (3). Nel 1160 l'imperatore Federico I, "per tuitioni paginam", riconosceva al clero di Reggio la pieve di Caviliano, già ricordata nella bolla del papa Eugenio III del 1146 (4). Le chiese ad essa soggette sono nominate in un decreto in suo favore fatto dal Vescovo Niccol Maltravesi l'anno 1210 in cui ne conferma un altro fatto l'anno 1201 dal suo antecessore Pietro. Esse sono la Chiesa di S. Stefano di Montefalcone, S. Prospero di Grassano, S. Matteo di Rossena, S. Martino di Ciano d'Enza, S. Polo di Caviliano, S. Egidio nella città di Reggio Emilia (5). E' successivamente nominata nei rotoli delle Decime del 1302 e 1318, nell'Elenco della Curia Vescovile del 1538 e quindi, dal 1543, nelle visite pastorali (6). La chiesa conserva ancora l'impronta della primitiva forma basilicale benchè alterata dalle superfetazioni compiute nel corso dei secoli. La visita pastorale del Vescovo Marliani del 1664 riporta il rilievo della struttura a tre navate, orientata liturgicamente. La visita del Vescovo Picenardi nel 1705, riscontra la necessità di forti restauri. Nel 1724 si decisero i lavori di riadattamento della chiesa (7). Altri interventi portarono alla constatazione che l'antico piano della chiesa era assai basso e che i pilastri in pietra che dividono le navate minori dalla maggiore erano in parte sepolti sotto l'attuale pavimento. Le cappelle laterali sono poi aggiunte del secolo XVIII allorché, forse, si soppressero gli altari delle due absidi minori ed alla vecchia trabeazione venne sostituita l'attuale volta in cotto. La pregevole fonte battesimale ad immersione, in pietra scolpita, è conservata nella Gliptoteca dei Musei Civici di Reggio Emilia. Recenti scavi hanno rinvenuto l’antica cripta sotterranea e resti di affreschi databili al XV-XVI secolo. A margine della strada per Vedruzzo è notabile una maestà a pilastrino dedicata alla Beata Vergine.