| In questa località è segnalato il ritrovamento di materiale attribuito alla media età del bronzo, consistente in frammenti fittili di varie dimensioni (1). La località appare nominata per la prima volta nel 1057, anno in cui il Papa Stefano II conferma i beni posseduti dal monastero di S. Prospero e nuovamente nel 1073 dal Vescovo di Reggio (2). Nel 1116, l'abate di Canossa aveva tre mansi in "Planzone" (3). Secondo lo Scurani nel 1215 questo luogo è nominato assieme ad altri del patrimonio Matildico. Nel 1349 il castello di Pianzo sollevatosi assieme a molti altri di proprietà Fogliani contro il dominio dei Gonzaga venne da questi ultimi distrutto (4). Nel 1420 avendo gli abitanti ucciso il messo del Marchese Nicolò III d'Este il paese fu messo a ferro e fuoco (5). Pianzo è pure ricordato come facente parte dei beni dei nobili da Correggio e quando nel 1461 Manfredi da Correggio fu dichiarato ribelle e bandito da Parma, la villa passò sotto questo Comune (6). In seguito a permute entrò in possesso degli Estensi e da questi unita al ducato di Reggio nel 1479 (7). Nel 1596 Pianzo ed altre ville vennero infeudate ai marchesi Pepoli di Bologna che ne mantennero la proprietà sino al 1614 (8). In seguito (1750) unita al marchesato di Scurano e a quello di S. Polo passò ai Gherardini di Verona sino al 1796 (9). Nel 1788 contava 405 abitanti (10). Nel 1814 con la restaurazione estense entrò a far parte del Comune di S. Polo e nel 1860 fu infine unita a quello di Casina. La chiesa di Santa Maria di Pianzo, per la sua posizione di confine, è stata causa di notevoli contestazioni tra le diocesi di Reggio e di Parma. Già la prima citazione nel 1233 la pone come dipendente dal Vescovo di Reggio ma sotto la giurisdizione della Pieve parmense di Bazzano mentre nelle Decime del 1299 troviamo solamente nominata la pieve di Bazzano. Negli anni seguenti, a partire dal 1356, Pianzo è ricordata negli atti della curia reggiana come dipendente direttamente dal vescovo e non legata a nessuna Pieve (11). La lite per l'appartenenza della chiesa scoppiò nel XVI sec. ; dopo diversi carteggi e discussioni si giunse al compromesso che Pianzo "alternis anni" risultava legata ora alla Pieve di Bazzano ora a quella di Castelnuovo Monti (12). La vicenda ebbe soluzione nel 1620 quando si decise la sua totale appartenenza a Reggio. Dal 1811 essa fa parte del vicariato di Paullo (13). Il toponimo indica attualmente i soli edifici della chiesa situati in una località dalle rilevanti qualità paesaggistiche che accentuano le caratteristiche architettoniche del complesso. Nella facciata a capanna si apre un portale archivoltato recante in chiave una raffigurazione antropomorfa che era già stata localizzata dal Cremona-Casoli in una vicina casa rustica. Alcuni conci recano i millesimi del "1665", "1696" e "1706" ricordando probabilmente vecchi restauri o la quasi totale ricostruzione avvenuta nel XVIII secolo. In quella occasione, narra la tradizione, fu appositamente aperta una cava di pietra nel vicino monte Venera, con il cui materiale è stato realizzato il bel paramento in pietra tagliata della facciata (14). Una porticina tamponata, osservabile nel fianco occidentale conserva un'architrave a lunetta in pietra su cui è scolpita una croce a quattro bracci leggermente patenti affiancata da motivi circolari: nel fregio a sguscio che circonda l'arco è incisa la data "MCCXX... ". Nell'abside sono murate delle pietre ad archetto che appartenevano ad una antica cornice assai simile a quella ancora osservabile sui fianchi dell'oratorio romanico di Beleo. Nell'interno della canonica, ormai in totale rovina, è visibile un portale con architrave del XVI secolo. Il tozzo campanile con cella a monofore archivoltate si innalza a fianco del prospetto est. Nei pressi della chiesa sono visibili le rovine di un fabbricato a pianta quadrata, localmente indicato con il termine di "castello". |