| Per tutte le notizie di storia politica e civile rimandiamo alla voce "Castello". Riportiamo invece le notizie riguardanti la antichissima Pieve di Lezzolo. La prima citazione è nel diploma dell'imperatore Ottone II del 14 Ottobre 980, in cui sono elencati i beni della chiesa di Reggio (1). La pieve ricompare poi in diversi documenti quali i diplomi imperiali di Federico I (1160) Enrico VI (1191) Federico II (1224) e in atti dei pontefici Lucio II (1144) ed Eugenio III (1146) (2). La chiesa di San Bartolomeo riappare poi nell'elenco delle decime del 1302 e del 1318 con numerose cappelle figliali (3). Il territorio amministrato dalla Pieve rimase per molto tempo immutato se si esclude la sparizione della chiesa di Pediano e Monte dei Baratti intorno al XVI sec.. Dalle visite pastorali riscontriamo come la parrocchia di Paullo contasse nel 1608 circa 450 abitanti nel 1631 ridotti a circa 300 (4). Nel 1779, in occasione della formazione dei vicariati furono staccate da Paullo le parrocchie del Querciolese nel 1811 aggiungendovi quelle di Cortogno, Leguigno e Pianzo (5). La chiesa ha origini romaniche ed ha subito diversi interventi di ristrutturazione. La facciata a capanna è rivolta a ponente seguendo l'orientamento liturgico; presenta un portale architravato con riquadro timpanato superiore recante l'epigrafe: "D. O. M. Templum Deo Dicatum in Honorem Sancti Bartolomei Ap. in Meliorem Formam Redactum Anno Domini 1820" - in alto, a lato, si aprono due finestrelle. Le parti più recenti delle murature sono costruite in sassi così come la parte alta che fiancheggiano la navata centrale, mentre i paramenti più antichi sono in pietra arenaria tagliata. Sul fianco settentrionale si innalza il campanile con cella a quattro luci archivoltate e riquadrate. Anche il primitivo abside, affiancato da due absidi minori ora scomparse, è stato completamente ricostruito con l'ampliamento della costruzione. L'abside attuale è in gran parte realizzato in sasso a cui sono però frammezzate belle pietre squadrate (su una delle quali è la data "1674"), forse appartenenti al primitivo impianto. Al fianco meridionale dell'edificio sono articolate la sagrestia e la canonica. L'interno è a pianta basilicale a tre navate divise da sei colonne rotonde in pietra tagliata su cui si impostano quattro archi a tutto sesto. I capitelli delle colonne sono di carattere romanico "... tagliate ai lati a formare quattro facce piane terminate in basso a semicerchio ed uniti agli angoli dove è una piccola maschera a forma di testina umana appena abbozzata. Eguali sono pure i mezzi capitelli dei due pilastri fiancheggianti la porta d'ingresso mentre quelli degli altri due a fianco dell'altare maggiore sono romanici di tipo corinzio, a foglie d'acanto, ricci e volute, recanti nel plinto superiore due fregi diversi..." (6). Il soffitto è a travature lignee in parte rifatte nel restauro del 1924. |