E’ collocato in via Boiardi che collega perpendicolarmente via Toschi alla Emilia S. Pietro. Committenti della costruzione quattro-cinquecentesca furono i Parisetti; al 1525 si fa risalire la ricostruzione della facciata principale col suo avanzamento sulla strada per proseguire la continuità prospettica col limitrofo palazzo Brami, posto in angolo sulla via Emilia. Nel 1903, il marchese Rocca Saporiti fece restaurare la magione incaricando Edoardo Collamarini, architetto di Bologna e già suo progettista di fiducia, e alla riapertura volle dedicare il palazzo allo scandianese Matteo Maria Boiardo: iniziativa che generò l’erroneo convincimento popolare che il poeta ne fosse stato proprietario. In occasione dei lavori, furono realizzati i dipinti del cortile dei Casanova, Giulio ed Achille. Al primo piano si trovano soffitti affrescati di età recente e una quattrocentesca Madonna con Bambino. In facciata svetta il monumentale portico a doppio ordine, con cinque arcate a tutto sesto mentre le campate laterali, una per lato, sono contraddistinte da fornici gotici ad ogiva. Il portico è chiuso al transito da una bassa cancellata metallica. Sotto le crociere si inseriscono finestre il cui ritmo si ripete sulle facciate laterali ed vi insiste il portone d’ingresso con un bel portale a riquadri in monocromo che si ripetono nel sottarco, una elegante chiave di volta interrompe la sequenza dei riquadri ed il portone è un fine esempio di falegnameria. Le campate delle crociere sono strette e lunghe e piuttosto svettanti. Le colonne di pietra con capitelli corinzi a foglie appoggiano su basse basi quadrate mentre i pilastri cantonali sono in bugnato con marmoree candelabre sovrastanti, ornate di fogliami. Le finestre al piano nobile sono inserite in archi a tutto sesto, una delicata cornice in rilievo di cotto corre lungo tutto il profilo tra i due piani, il cornicione è in elementi di cotto come mensole, dentelli ed ovali. A nord dell’edificio è collocato, in angolo, uno stemma della famiglia Boiardi. La muratura è in mattoni faccia vista alla maniera cinquecentesca con elementi a contrasto, lapidei, nelle profilature degli archi, nelle paraste aperte a libro sopra i pilastri cantonali. Su via Parisetti il corpo di fabbrica principale prosegue con un alto muro merlato, di ispirazione neo-medioevale, in cui si staglia un portone con arco a tutto sesto: il profilo di curvatura è sottolineato da cotti e una sequenza di formelle, ad elementi geometrici, si allinea sotto i merli ghibellini.
(scheda a cura dell'arch. Rosaria Petrongari, dicembre 2011).