Nel diploma del 980 in cui Ottone II confermava i beni della chiesa di Reggio viene ricordata la cappella di Beleo (1). Nel 1070 la cappella è ricordata tra i beni di Bonifacio di Canossa (2). La Chiesa di San Michele risulta essere sottoposta alla Pieve di Campigliola nel 1302 (3). Nelle visite del XVI sec. non si trova citazione dell'oratorio se si esclude la visita Marchesani che nel 1575 consigliava restauri (4). Solo di recente ad opera della sezione reggiana della Associazione Nazionale Alpini si è provveduto al restauro. La costruzione è tutta in pietra squadrata con semplice struttura ad aula rivolta secondo l'orientamento liturgico. Ha una facciata a capanna con monofora superiore portale archivoltato a lunetta (5) recante incisa la seguente epigrafe dettata dal rev. DON FRANCESCO Milani: "CEU PHONICA ULTRO EX OSSIBUS ET MEDULLIS RENATUM BENIAMIN REGIEN EPUS FAUSTA RECONCILLATIONE LUSTRVIT - VII KAL. JUN. A. SAL. MCMLII". Lo zoccolo ed una cornice di gronda sagomata ne completano l'ornamento. Sulla copertura, in coppi a due falde, a filo della facciata dalla parte destra è disposto il campanile a vela. Sul fianco meridionale si apre una bifora finemente ornata di una fettuccia a zig-zag sormontata da una serie di rombi. E' pure visibile un concio recante scolpita la data "MCCCCIII-XXXX". Di particolare rilievo è l'abside di eleganza e fattura squisite, su cui si aprono tre monofore. Sotto la cornice che segna la linea di gronda è disposta una serie di conci a dente formante una fascia sovrapposta alla teoria degli archetti monolitici nascenti dalle due lesene laterali. I capitellini di imposta sono scolpiti a raffigurazioni antropomorfe e geometriche diverse. Danneggiato da una incursione aerea degli alleati il 10 maggio 1944 fu successivamente restaurato e ripristinato. L'interno con pavimento a lastroni di arenaria conserva una ricostruzione ideale dell'antico altare ad opera dello scultore Scorticati. A partire dagli anni ’70 del Novecento è diventato un importante punto di riferimento per gli Alpini “dedicato agli Alpini che non ritornano” che ne hanno assicurato negli anni diversi interventi di manutenzione e consolidamento consentendo di mantenere funzionale l’oratorio e l’area circostante dove nel 2008 sono state poste le lapidi in memoria degli alpini caduti durante le guerre.