| Se si accetta la identificazione di un non meglio specificato "Glandetum" con la località in oggetto la prima menzione potrebbe risalire all'anno 898 (1). Il nome di Giandeto riappare in un documento privato della pieve di Campigliola nel 1158 (2). Nel "Liber grossus" alla data del 1218 troviamo il "seguimentum" della villa di Giandeto al comune di Reggio (3). La chiesa primitiva, situata secondo il Milani sulla riva sinistra del rio Dorgola, non era niente più che una cappella dedicata a San Paolo dipendente dal 1318 al 1538 della pievana di Baiso (4). Del castello di Giandeto situato sul monte delle Ripe abbiamo notizia nel 1335 e nel 1373 anno in cui Bernabò Visconti confermò a Guido Savina Fogliani il "Castrum de Glandeto" con le ville dipendenti di "Simiago, de Posticio, de la Praza, de Zumignano, de Coltigno, de Miniano, de la Casina, de Corvea et de Paulpia" (5). La data di costituzione della attuale parrocchia è da situare intorno al 1446 (6). Giandeto seguì le vidende delle zone viciniori, passò sotto gli Estensi che la confermarono ai Fogliani, in seguito ne furono infeudati i Manfredi divenendo poi commenda della famiglia Ariosto. Nel 1605 passò al Conte Ercole Coccapanni. In quell'anno Giandeto contava 140 abitanti di cui 58 atti all'uso delle armi; le ville dipendenti erano "Crovea", Stroppeda, Serraduci, la Strada, Simiago, la Valle, Cà de Schiavini, Cà de Bonini ed Cà de Mattiuoli" (7). Dal 1538 al 1623 la parrocchia rimase oscillante come dipendenza tra la Pieve di Baiso e S. Vitale di Carpineti cui appartenne da quest'ultima data fino al 1799 (8). Il feudo passò ai Rosselli ed infine alla famiglia dei Conti Bussetti che lo tennero sino al 1796 (9). Nel 1788 la contea contava 648 abitanti e la villa 415 (10). Giandeto seguì le vicende di tutta l'alta valle del Crostolo sino ad essere incorporato nel 1859 al neonato comune di Casina. La costruzione della chiesa attuale va fissata verso la metà del sec. XVII. Vi avrebbero influito le norme architettoniche della basilica di S. Pietro e della chiesa di S. Agostino di Reggio (11). Presenta una elegante facciata barocca scandita da lesene e conclusa da un fastigio arcuato, cuspidato. La verticalità del prospetto è spezzata da due fascie marcapiano. Il portale è archivoltato, riquadrato con frontispizio spezzato mentre a lato figurano due nicchie con statue di santi. L'interno è in volto. Il campanile si innalza a fianco del prospetto settentrionale ed è concluso da una cella a monofore. La chiesa è stata restaurata nel 1848 e nel 1869. |