| In località indeterminate della villa si sono rinvenute tombe romane isolate di inumati ed un cippo, sempre di epoca romana, conservato all'esterno della Chiesa parrocchiale(1). Fosdondo è nominata tra i luoghi compresi nel patrimonio matildico e fra quelli in cui la Chiesa di Reggio aveva Beni come riportato in diversi documenti degli anni 963, 1033, 1073 e 1092 ed altre carte del Monastero di S. Prospero e dell'Archivio Capitolare di Reggio(2). Vi si trovava un castello e la antichissima Pieve di Camporotondo matrice di tutto il correggese. La Pieve è compresa tra le Pievi che il Marchese Bonifacio di Canossa ricevette in enfiteusi dalla Chiesa di Reggio nel 1070. La Pieve ancora menzionata nel 1224, fu poi unita e trasportata a Fosdondo. Nel 1272 il Castello fu occupato dai Correggesi ed in seguito distrutto insieme al castello degli Orsi che sorgeva nelle vicinanze e ridotto ad una motta. Nel 1459 la località fu ceduta dai Signori di Correggio al Duca Norso e da questo alla famiglia Zoboli che l'assegnarono come parte della dote della Collegiata di S. Nicolò di Reggio(3). La Pieve di Camporotondo aveva come titolare Santa Maria mentre Fosdondo l'Ascensione di N. S. Gesu Cristo. Una memoria dell'archivio parrocchiale ne riporta la fondazione al 1004 (data rinvenuta in un muro presso la porta principale). Le cappelle dipendenti dalla Pieve di Fosdondo erano: S. Quirino di Correggio, S. Salvatore di Mandrio, S. Prospero di Correggio, S. Pietro di Budrio, S. Paolo di Canolo, S. Giovanni di Canolo, S. Giacomo di Cognento, S. Michele della Fossa. Nel novembre 1508 il Cardinale Francesco Alidosi legato in Bologna eresse la Collegiata di S. Quirino di Correggio unendovi le Pievi di Fosdondo e di Fabbrico, oltre alle due chiese parrocchiali di Campagnola e S. Martino di Correggio. Passò infine al Vicariato di Correggio. Sorge isolata su un rialzo del terrapieno e conserva ancora le tracce della antica forma basilicale. Diversi furono gli interventi di alterazione condotti già nel XVI e XVIII secolo, come la rimozione del pronao della porta maggiore. Fu ridotta nella forma presente nel 1824 sotto la direzione dell'architetto Francesco Forti di Correggio, compromettendo l'impianto originario con la sostituzione della travatura lignea a vista, l'eliminazione delle absidi minori, occluse le finestrelle della navata maggiore. Restarono salvi una parte dei muri esterni e della facciata. Venne infine rastaurata ancora nel 1896 a spese del Comune di Correggio(4). Notevole il portale a strombo a colonne multiple(4). Il fronte è possente, tripartito da paraste poligonali al centro e circolari ai lati. Notabile l'alto portale, con lunetta, riquadrato da una arcata a strombo. L'interno è a tre navate con absidi semicircolari. In angolo con la via Sanguineto rimane una maestà a pilastrino ottocentesca con frontispizio triangolare enicchia in volto con immagine votiva a bassorilievo della Beata Vergine con il Bambino. Nella località si segnala anche il caseificio, in stile, a pianta quadrangolare. Il prospetto è distinto da bugnato angolare e da una cornice di gronda modanata. Il portale evidenzia una ghiera in ferro battuto; sulla copertura si imposta l'alto camino. |