Dopo la distruzione, nel 1523, dell'antico complesso dell'ospedale e chiesa di Rubiera, il Marchese Aldobrando Sacrati fece ricostruire il nuovo ospizio ove si trova attualmente. I lavori iniziarono nel 1531, affidati all'opera del maestro in architettura Gian Battista Ceretti di Modena e dei maestri muratori Gaspare e Giovanni del fu Antonio Pelli. La chiesa sorse nel 1537 ed affrescata nel 1543 con un ciclo di pitture e decorazioni da Benvenuto Tisi detto il Garofalo. La visita pastorale del Vescovo Marliani nel 1663 riporta la chiesa dell'Ospedale come "un oratorio elegante, dalla struttura in ordine dorico cui aggiungono pregio e splendore le meravigliose pitture onde Benvenuto Garofalo da Ferrara ne aveva ornate le pareti 120 anni prima". L'ospedale subì in seguito diversi danni in conseguenza degli acquartieramenti di truppe nel 1691, 1741 e 1746. La sua funzione insieme alla chiesa si mantenne fino al 1768 quando furono soppressi ed uniti all'Opera Pia di Modena. I beni dell'Ospizio, compresa la corte, furono quindi acquistati dal Conte Comm. Antonio Greppi di Milano che nel 1786 ottenne dall'autorità religiosa il permesso di ridurre ad uso profano l'annessa chiesa da cui fece staccare le parti più conservate degli affreschi, condotti poi a Milano. La corte fu riformata a fattoria creando stalle per animali ed abitazioni per i coloni mentre la chiesa fu adibita a magazzino (1). Attualmente il complesso già in proprietà dell'Opera Pia Rainusso è stato acquisito dal Comune di Rubiera che lo ha restaurato. I fabbricati sono di eccezionale valore monumentale. Si articolano con un impianto quadrangolare comprendendo il corpo principale, su due livelli, ed i fabbricati di servizio. La facciata verso ponente mostra un paramento murario in laterizio con sola ornamentazione del cornicione in cotto di punta ed a martelletto; originariamente il tempio era isolato, fu unito all'ospizio nel XVII secolo. L'interno è ad una sola navata in volto a crociera a sesto ribassato con paraste ioniche ed abside pentagonale. Vi rimangono ancora molte parti degli affreschi del Garofalo. La torre campanaria è bassa e massiccia, sostenuta da quattro arcate a tutto sesto formanti un portico a volta a crociera. Gli ambienti direttamente funzionali all'attività dell'ospizio quali i refettori e dormitori sono disposti intorno all'ampio cortile centrale con porticato a crociera sostenuto da 36 colonne. Sono ancora notabili i bellissimi e vari semicapitelli in arenaria, oltre a tracce di pitture nei muri sovrastanti la copertura. Di fronte all'ingresso principale si vede la snella torretta dell'orologio con una campanella in vertice. I servizi di rimessa e legati alle attività agricole si affacciano sul cortile di levante. Qui l'accesso è dominato da un torrione con arco passante, caratterizzato da una cornice colombaia e di gronda in laterizio con motivi a dente di sega ed a martelletto. Di proprietà del Comune di Rubiera, nell’anno 2000 è stato oggetto di un importante intervento di restauro e riqualificazione funzionale. Ora è sede del centro teatrale “La Corte Ospitale”.