La località è nominata nel 1218, con 74 uomini, nel giuramento di fedeltà al Comune di Reggio (1). Alla fine del XVIII secolo aveva una popolazione di 218 abitanti (2). La chiesa di Corneto con il complesso della canonica e la torre del campanile si erge su un colle alla sinistra della valle del fiume Secchia. La chiesa di "Cornilio o Corneto" fu consacrata dal Vescovo Alberio alla metà del secolo XII, come citato in un documento del 1191. E' nominata come filiale della Pieve di Toano nelle Decime del 1318. La tradizione vuole che la primitiva chiesa si trovasse in una località detta nel secolo passato "Chiesa Vecchia". L'edificio scomparve probabilmente nel 1515 c.. Fino al 1538 la chiesa di S. Martino era unita a quella di S. Giustina di Roncolo. La chiesa di S. Martino fu ricostruita nel 1620; sotto il rettorato di Giacomo Ceccati si rielabora l'edificio e si provvede all'erezione della svettante torre campanaria. Ancora nella visita del Vescovo Marliani del 1664 la chiesa non è completa - è destinata ad essere messa in volto ma è scandolata e coperta a piastre. La visita Picenardi del 1707 la riporta con navata unica e tre altari, a forma di croce con il coro lunga braccia 23 e larga 9 e mezzo. Nel 1767 viene realizzato il portichetto sul prospetto meridionale. Nel 1924 la Chiesa è allungata di 5 metri (3). L'attuale edificio è orientato liturgicamente con facciata a capanna; il portale d'ingresso, del secolo XVII, è in arenaria con nicchia a frontespizio arcato. L'interno è in volto a croce ribassata e abside a catino. Poco discosta è la snella ed elegante torre campanaria attribuita ad Antonio Ceccati. Alla base è un largo barbacane. La struttura, in pietra con ricorsi angolari alterni è scandita dalla sequenza delle finestrelle e conclusa dalla cella a trifore con colonnette in arenaria, abbinate e scolpite a spirale. La porta di accesso reca un architrave stemmato e datato "1668".
La torre è stata perfettamente restaurata nel 2005 e può essere considerato il punto di partenza per un itinerario artistico-culturale attraverso il territorio dell’Appennino Reggiano, dove tra il 1600 e il 1800 si ebbe un’importante presenza artistica nell’intaglio del legno e nella scultura della pietra ad opera della famiglia Ceccati di Stiano e della loro bottega.