"Castrum Novum Domini Abbatis de Canossa". Così si nomina la terra di Castelnovo nè Monti in una carta del 1188 (1). Nel 1197 gli uomini e i signori di Castelnovo nè Monti giurano fedeltà al Comune di Reggio (2). I nobili di Canossa conservarono il possesso di Castelnovo nè Monti di cui vennero riconosciuti in seguito, nel 1413, dai Marchesi d'Este (3). Castelnuovo e Felina erano dapprima governati da un solo podestà ma nel 1429 il Duca Ercole I ne fece due separate podesterie. Nel 1568 dipendevano da Castelnovo le ville di Vetto, Cola, Gazzolo, Nismozza, Gottano, Acquabona, Vaglie e Campo. Alla fine del XVIII secolo comprendeva una popolazione di 2296 abitanti (4). Il borgo presenta un impianto urbanistico di tipo lineare, svilupppato lungo un asse di percorrenza in direzione nord-sud. L'attuale centro storico si è originato in epoca relativamete recente forse riferibile al XV secolo. I fabbricati hanno caratteristiche omogenee costituendo una particolare qualifica ambientale. L'unità edilizia più diffusa è quella a fronte stretta con portale ad arco a tutto sesto a livello del piano stradale, distribuita su due piani conmanto di copertura a due spioventi in coppi. La cortina edilizia che perimetra la "piazza dei fiori", già "piazza d'armi" è invece di rilevante pregio storico-architettonico. Nel lato meridionale della piazza si eleva un massiccio fabbricato, articolato su quattro piani, con tracce di finestre riquadrate centrali, tamponate e conci angolari in arenaria. Un cordolo di colombaia osservabile in prossimità del cornicione, attesta una antica destinazione d'uso e concorre ad indicare un primitivo impianto di casa torre cinquecentesca. Il prospetto settentrionale della piazza è occupato da una costruzione, già apparentemente ai Rabotti recante in facciata un portale in arenaria con arco a tutto sesto decorato a rilievo e bugnato perimetrale a punta di diamante con doppia cordonatura all'intorno. Il manufatto è attibuibile al XVIII secolo. Il lato orientale della piazza è delimitato da un edificio a pianta rettangolare formato da tre corpi di fabbrica congiunti. Si osservano rinforzi angolari in pietra arenaria orsata, la traccia di una finestra riquadrata secentesca ed un concio datato "1666". Lo sporto del tetto, a mensole finemente intagliate, è assai interessante. Nella parte mediana dell'edificio rimangono alcune finestrelle tamponate ad arco ogivale in laterizio (sec. XV) che rappresentano la più antica testimonianza architettonica del capoluogo.