Interessante complesso dominante il corso del torrente Tresinaro sulle pendici del M. Uccellara. Il castello è nominato in una carta del 1115 e fu per lungo tempo in possesso della famiglia che ne prese il nome (1). Nel 1184 Jacopo da Mandra cede al Comune di Reggio la sua parte del castello e della corte di Mandra, giurando fedeltà con i suoi uomini (2). Il castello figura poi, pare erroneamente, nella investitura del patrimonio Matildico a Salinguerra nel 1215 (3); fu quindi espugnato nel 1348 dai Gonzaga, signori di Reggio, che tuttavia non riuscirono a prendere la Rocca (4). Nel trattato con Bernabò Visconti del 1373 è tra i castelli assegnati a Guido Savina Fogliani ma affidato in "gestione" a Matteo e Giorgio Cattani, forse discendenti della famiglia da Mandra (5). Si assogettò infine nel 1427 a Nicolò III d'Este (6). Nel 1604 ne viene investito il Conte Alessandro Ariosti (7). Passò nel 1709 al Marchese Molza (8) ed infine alla fine del Settecento come feudo della casa d'Ottone Chiodini della Lunigiana, comprendendo a questa data 191 abitanti (9). La chiesa di S. Martino di Mandra è nominata in una carta del Monastero di Marola del 1148 (10). Una chiesa parrocchiale con il titolo dei SS. Fabiano e Sebastiano è elencata insieme a quella di Pianzano nelle Decime del 1302 quale dipendente della Pieve di S. Vitale (11); ora non rimane che un oratorio, in abbandono, indicato erroneamente dalla Bertolani con il titolo di S. Liberata (12) e dedicato invece a S. Leonardo. Poche tracce rimangono dell'antico castello; sono visibili parte della cinta muraria e di un torrione quadrangolare adibito a fienile. L'unica emergenza è costituita dall'oratorio con gli edifici annessi. Presenta una semplice facciata a capanna con portale a tutto sesto e due finestrelle superiori. L'abside è semicircolare mentre sulla copertura si trova un campaniletto a vela. Sulla porta d'ingresso alla parte civile è visibile un concio datato "1810". Nel 2008 l’area è stata oggetto di una ricognizione archeologica che ha consentito di ripulire rinvenire i resti di parte delle strutture dell’antico castello.