| La carta topografica del Ducato nei primi decenni dell'Ottocento identifica la località con il toponimo di Case Benassi. La "Villa Pollina" è una tipica residenza padronale di campagna. La totale mancanza di camini ci fa dedurre che fosse frequentata solo nei periodi estivi. L'impianto di questo "casino di delizie" ne fa risalire la costruzione tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Anche se ristrutturata secondo il gusto neoclassico, ugualmente riesce a far trasparire quei caratteri di sicura matrice tardo rinascimentale. Ancora non è del tutto chiarita la questione riguardante i suoi primi proprietari, mentre invece atti notarili e testamenti di fine Settecento ne attestano la proprietà a favore della famiglia Benassi, per arrivare di eredità in eredità all'attuale proprietaria marchesa Pallavicino. Ha una pianta a croce, con alta speronatura, sui cui lati si sviluppano i quattro blocchi delle stanze. La facciata principale, rivolta a Nord, è organizzata in un doppio loggiato centrale sovrapposto a tre arcate. E' espressione di una ricca cultura architettonica che si esprime soprattutto nell'impostazione del grande scalone interno. La grande unità del pianterreno è assicurata dal traforo delle pareti dell'androne e dalla "circolarità" della planimetria di tutti i vani. Il profilo architettonico è divenuto più morbido, secondo la tradizione della villa seicentesca; così come la linea del tetto con l'inserimento della variante del cornicione a gola. Nell'atrio, a pian terreno, corrispondente ad uno dei lati della croce, è notevole l'improvviso trompe-l'oeil di spazi dilatati; le decorazioni a medaglioni - sebbene rifatte nel 1842 - sono inequivocabilmente riconducibili alla cultura pittorica baglionesca della fine del XVI secolo. Dal punto di vista architettonico reale e simbolico si può dire che la Pollina si inserisce nel territorio come emergenza immediatamente riconoscibile per il suo ruolo centrale nell'economia dell'azienda agricola(1). |