| In località indeterminate si sono rinvenute tombe romane isolate di inumati (1). La località è riportata nel 935 in una carta del Monastero di S. Prospero di Reggio ed ancora nel 963 (2). Vi aveva origine e ne era padrona la potente famiglia dei Lupi che vi possedeva il castello. Nel 1265 esso fu occupato dai Sessi; complesse furono le vicende di alterne occupazioni ed assedi seguiti per tutto il XIV secolo. Infine distrutto se ne vedevano ancora le tracce al tempo del Tiraboschi (3). La chiesa è nominata per la prima volta in una pergamena del Monastero di S. Prospero dell'anno 1144. Dedicata alla conversione di S. Paolo fu figliale della Pieve di Fosdondo fin dal 1318, quindi sotto la prefettura e congregazione di S. Michele della Fossa. Agli inizi del secolo XIX è annessa al Vicariato di S. Giovanni della Fossa. Formò poi nel 1887 un proprio Vicariato con le due parrocchiali di Cognento e S. Michele della Fossa. Nella visita di Monsignore Andreasi del 1545 la chiesa era in deplorevoli condizioni. Fu sistemata nel secolo XVII e la Visita Picenardi del 1704 la riporta a navata unica con cinque altari. Restauri vennero compiuti nella prima metà dell'Ottocento; infine fu ricostruita nel 1887 su disegno dell'architetto Ugo Nasi di Bologna(4). Ripete romanicamente le forme dell'architettura romanico-gotica. La facciata tripartita con parte centrale slanciata. Una fuga di archetti ciechi corre in fregio alla gronda. Il portale architravato sormontato da una ghiera a tutto sesto. Al centro del prospetto il grande rosone ed un filare di arcatelle. Le porte laterali analoghe alla centrale ma con più ridotte dimensioni sono sovrastate da finestre oblunghe . Ai vertici della facciata sono disposti degli acroteri cuspidati. I lati della costruzione sono scanditi da arcature cieche. Il campanile con livelli distinti da monofore, bifore e trifore concluso da un tamburo, su piano terrazzato con acroteri angolari e copertura cuspidata. L'interno è a forma basilicale a tre navate absidate. In Canolo si trovava anche una antica Chiesa di S. Giovanni nominata fin dal 1238 e compresa tra le figliali della Pieve di Fosdondo del 1318. La Visita Cervini del 1543 la riporta sine cura e due anni dopo nella Visita Andreasi figura diruta e devastata, ora non ne resta più traccia(5). Al margine di levante della via Fornacelle rimane un nucleo rurale a corpi separati. Il civile comprende un volume principale a pianta quadrangolare articolata su due livelli con copertura a quattro falde; le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. Il rustico con stalla e fienile sovrapposto ha copertura a due falde a colmo costante. Prima della chiesa lungo la via Canolo visibile un complesso rurale a corpi separati. Il civile sviluppa pianta rettangolare su tre livelli con copertura a quattro falde a colmo indifferenziato. Il rustico, situato a levante, con stalla e fienile sovrapposto ha copertura a due falde e colmo costante. Ancora a nord del viale di accesso alla chiesa si evidenzia un edificio rurale ad elementi giustapposti in linea con civile al centro, caratterizzato nel prospetto a sud da due accessi a tutto sesto ora tamponati. La copertura a quattro falde. L'abitazione si sviluppa su due livelli e sottotetto; le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. A fronte della chiesa infine si segnala un edificio civile, ora sede del bar. Il prospetto principale presenta bugnato gentile al piano terreno, lesene scanellate angolari e cornicione a mensole in sommità. Le luci al primo piano portano superiormente una cornice a timpano. |