Nucleo ad impianto indifferenziato disposto sui versanti nord-orientali della Pietra di Bismantova. Se ne ha menzione già nel 1059 allorchè "Dezo del fu Tendicione", professante legge longobarda, donò alla Pieve di S. Maria di Campigliola i beni posseduti anche in "Campolongo". L'atto venne rogato a "Bresana", luogo d'origine del donatore e poco distante da Campolungo (1). Anche il Monastero dei SS. Pietro e Prospero di Reggio vi possedeva beni terrieri nel 1095. Era sempre, tuttavia, Campigliola ad esercitare un'influenza maggiore in tutta quest'area. La conferma della esistenza di un nucleo insediativo ed abitativo è costituita da un atto del 1106. Con esso l'arciprete di Campigliola, Frogerio, da in concessione livellaria alcune terre in "Campolongo" a tal "buto figlius quomdam Rolandi de Campolongo". La determinazione della origine paterna è chiara e significativa (2). Nel 1218 alcuni membri della Comunità di Campolungo figuravano come personaggi di un certo rilievo anche nei Comuni limitrofi assogettati da Reggio mediante un "sequimentum potestatis sub comunis regii": Un "Atolinus" si trova tra gli "iuratori" di Sarzana (3); "Rodulfinus, Ubertinus e Odolinus" tra i "sequitores" (5), uno "Zaninus" tra quelli di Cavola (6). Nel prosequio dei secoli Campolungo perse gradualmente l'importanza acquistata e già nel XVI secolo era semplice borgata rurale di Castelnuovo Monti. Passata sotto Bismantova, l'abitato contava nel 1611 sette nuclei famigliari iscritti nell'estimo per un totale di sei abitazioni (7). Alla fine del settecento, con una popolazione complessiva di 392 anime (8), risultava facente parte del marchesato di Bismantova e totalmente soggetta a quella comuntà. Della chiesa, dedicata ai SS. Pietro e Paolo, si ha menzione dal 1226, ma ubicata nella frazione di Montale (9). Figura tra le chiese dipendenti dal Pieve di Campigliola nel 1302 e nel 1318 (10), alla quale rimase sempre legata per passare poi sotto Castelnuovo nè Monti al momento del trasferimento dell'antica Pieve. La chiesa di Campolungo, incondizioni precarie nel 1543, alla metà circa del secolo seguente (1652) era fornita di adeguata canonica, di campanile e campane, ma sprovvista di sacrestia e coro. Il Marliani nel 1664 la trovò antica, orientata in senso est-ovest e "tabulata", mentre la vista Picenardi del 1705 riporta la menzione di un soffitto tavellato e di tre altari (11). Nel 1748 fu ricostruita ad una navata con due cappelle semicircolari presso il presbiterio infine nella seconda metà dell'800 venne ampiamente restaurata. Dell'edificio originario nulla rimane se non il portale dell'arco avanzato situato nel suo recinto per l'accesso al sentiero del cimitero. L'attuale complesso sorge ai margini della strada verso Casale ed è stato recentemente ristrutturato. E' ad aula unica con soffitto a cassettoni. Vi si affianca una assai discutibile canonica. Gli edifici del borgo non presentano caratteri di particolari rilievo pur conservando in parte l'impianto plani-volumetrico. Si segnala una casa con balchio e finestrella in arenaria a quattro elementi. In un edificio attiguo è un portale in laterizio archivoltato con cornice d'imposta, facente parte di un complesso in parte ristrutturato ed intonacato in bianco.