| Nucleo ad impianto lineare di costa in vista della valle del Secchia. Antico borgo rurale nella giurisdizione di Vologno, dipendeva da quel castello fin dal 1404 (1). Gli estimi di Vologno del 1611 indicano in Maro il più importante dei sobborghi rurali. Con le sue 30 case estimate e le 22 famiglie rilevate costituiva la località più rilevante del contado (2). Con l'accentramento nel capoluogo della popolazione rurale, verificatosi nel corso del secolo XVIII (3), Maro perdette gran parte della sua importanza. L'oratorio di S. Anna è noto dal XVIII secolo (1746) (4); di patronato Ferri, è situato all'ingresso del borgo. Presenta una semplice struttura a capanna con paramento murario in pietra ed angolari a ricorsi alterni in arenaria rifinita. La facciata è rivolta a meridione; il portale d'ingresso architravato reca in chiave la data ""1759"" ed è sovrastato da un oculo monolitico con volute di raccordo ai lati. Nei prospetti laterali corre una cornice di sottotetto a gola. Nel prospetto est si apre una porta secondaria architravata a tre elementi ed una finestra a leggera strombatura. Nell'abitato non si riscontrano particolari tipologie; sono comunque presenti diverse alterazioni degli elementi architettonici originari. E' visibile una struttura a torre con paramento in pietra, in gran parte rivestito ad intonaco con copertura a due falde; sui prospetti frontale e posteriore sono disposti due conci con fori binati per colombi. L'edificio è stato notevolmente ristrutturato con introduzione di elementi atipici. Rimangono inoltre visibili diverse icone marmoree tra cui quelle dedicate a ""San Giuseppe ed il Bambino"", la ""Beata Vergine"", al ""il Signore, la Colomba e la Sacra Famiglia"", ed una ""Beata Vergine col Bambino"" di fattura ottocentesca siglata ""B. V. - M. D. C. G. "". |