Secondo il Benamati l'oratorio fu eretto tra il 1629 ed il 1630 collegandosi al periodo della peste(1). Presenta una facciata a capanna orientata a ponente e conclusa da un frontispizio arcuato. Il portale d'ingresso, architravato, è sormontato da una nicchia lobata con una immagine sacra. Il campanile è a cella a monofore. Sul lato settentrionale della strada per S. Girolamo è notabile un casino civile. Sviluppa una pianta quadrangolare articolata su due livelli con tetto a quattro falde. Le luci sono riquadrate da cornici con architrave mensolato. In via Benatta sorge un complesso rurale a corpi separati. Il civile, disposto a levante, sviluppa una pianta quadrangolare su due livelli e sottotetto con copertura a quattro falde. Si segnala anche il rustico porticato.
Il Benamati dice costruito questo oratorio attorno al 1630, anno della grande peste che sconvolse tristemente la città e le campagne guastallesi. Proprio a questo flagello dovrebbe ricondursi la sua edificazione; voluto e portato a termine forse per grazia ricevuta o per scongiurare nuove pestilenze. Gli stessi santi cui sono dedicati gli altari interni, S. Sebastiano con S. Fabiano e S. Rocco ne sarebbero la riprova. Il primo è storicamente venerato come il protettore dalla peste, il secondo è iconograficamente spesso associato a S. Sebastiano, mentre il terzo è anch’esso legato alle preghiere contro il fatale morbo ed il suo culto è molto diffuso. S. Rocco, nato in Francia a Montepellier, prestò assistenza in Italia ai malati contagiati dalla peste e di lui si tramandarono guarigioni miracolose. L’altare centrale è dedicato alla Vergine. La posizione del piccolo tempio, collocato in punto non casuale a ridosso di un “cardine” (confine delimitante un’area agricola suddivisa geometricamente) di origine romana, farebbe pensare che l’oratorio sia stato eretto al posto o nelle immediate adiacenze di una maestà di antica data o di altra espressione religiosa la cui primitiva genesi doveva perdersi nella notte dei tempi. Infatti, era uso comune nell’antichità erigere tempietti adatti alla preghiera proprio agli incroci delle zone divise mediante la centuriazione. Con questo termine si definisce il sistema di organizzazione del territorio agricolo che permise agli antichi romani un razionale sfruttamento delle risorse offerte dalle campagne. (dal libro “Guastalla, città delle chiese, passato e presente delle chiese e degli oratori guastallesi” di Daniele Daolio, 1998)