Paderna è nominata per la prima volta in una carta dell'anno 1010 ed in un'altra del 1041. Nel 1070 figura tra quei beni che il Marchese Bonifacio di Canossa cede al Vescovo di Reggio in compenso dei tanti che aveva ricevuto (1). In un Diploma di Arrigo VI dell'anno 1193 la cappella ed il castello di Paderna sono confermati in possesso alla Chiesa di Reggio "curtem in loco Paderno cum castro et capella et aliis rebus illi pertinentibus" (2). Nel 1197 gli uomini di Paderna rinnovano il giuramento di fedeltà al Comune di Reggio già prestato nel 1188 (3). Il castello, ricordato fin dal 1156, fu occupato dai Fogliani nel 1287, nel 1311 ne sono investiti i Canossa ed infine distrutto dai reggiani nel 1317. Nel 1321 fu rioccupato dai Canossa insieme alle tre ville di Bedogno, Prede e Pecorile (4). Nel 1642 Paderna fu unita alla Contea di Bedogno, assegnata a Paolo Rondinelli, ritornando alla Camera Ducale nel 1652 (5). Alla fine del Settecento era feudo della Casa Gabbi di Reggio e contava una popolazione di 161 abitanti (6). Prima dell'epoca napoleonica Paderna era Comune con una propria adunanza di Reggenti ed un giusdicente con il titolo di Podestà. Nel 1797 fece parte del cantone di Vezzano. Dopo la restaurazione appartenne al Comune di S. Polo d'Enza ritornando a Vezzano con il Decreto Farini del 1859 (7). La Chiesa di S. Michele è annoverata tra le dipendenti della Pieve di Lezolo (Paullo) nelle decime del XIV secolo (8). Le visite del Vescovo Rangone nel 1536 e del Vescovo Cervini nel 1543 trovano la chiesa in cattive condizioni. In un Inventario del 1591 l'edificio è registrato in ordine e recentemente restaurato ma già agli inizi del Seicento minacciano di crollare l'abside e la facciata. La visita del Vescovo Marliani nel 1664 la indica non antica, modesta, con tetto a scandole di legno. Nel 1753 la chiesa viene dichiarata rovinosa. Verso la metà dell'Ottocento fu infine recuperata e ristrutturata con la messa in volto e ridotta nella forma presente. In ricordo dell'intervento una iscrizione sul portale riporta "Pro-Magnitudine DEI et S. MICH. ARCH. AMORE - 1847" (10) La chiesa presenta una facciata bipartita orientata a sud e conclusa da un frontispizio angolare. Il campanile si innalza sul prospetto di levante con una cella campanaria a monofore. L'interno in stile moderno è ad una sola navata con due cappelle laterali. Nel borgo rimane una antica casa torre probabilmente di origine quattrocentesca. Sviluppa una pianta quadrata su tre livelli con colombaia superiore e tetto a due falde. Il paramento è in pietra con conci angolari parzialmente rifiniti. Sono notabili i cordoli delimitati da colombaia e la cornice di sottotetto in laterizio disposto linearmente ed a dente di sega.