| Nucleo disposto alle pendici declinanti alla sinistra del Rio Canedole. Località già nota nel 1059 (v. Campoluogo). Nella prima metà del XVII secolo vengono estimati 9 nuclei famigliari e vi figurano 14 case ed un mulino (1). All'ingresso dell'abitato è visibile una cappellina dedicata alla Madonna con il Bambino; ha una semplice fattura a capanna con una porticina ad arco riquadrata. La copertura è di tegole marsigliesi, escluso il colmo in cotti; l'interno è a cupola. Una cornice di sottotetto a gola modanata corre all'intorno. L'oratorio dei SS. Fabiano e Sebastiano presenta una struttura in pietra con conci angolari rifiniti nella facciata a capanna orientata ad est. Il portale d'ingresso, in arenaria architravato, reca la scritta: "ONNES DE VILLA BRESANE-HOC OPUS FACERE FECERUNT-MDCXCII"; è sormontato da una prima finestra a quattro elementi, architravata e tamponata e quindi da una finestrella monolitica sempre in arenaria, quadrilobata. Sulla copertura a due falde in coppi, si innesta il campaniletto a vela. La struttura è collegata nei prospetti sud ed ovest alla "Corte" dei Casoli già Ferrari. Questo complesso appare completamente ristrutturato nella parte superiore sviluppando, nell'angolo sud-est, una torretta che ne spezza l'unità compositiva e la linea copertura; è stridente anche il contrasto tra l'impiego delle tegole marsigliesi e la varietà tonale del preesistente coppo che conclude le diverse parti della struttura. La corte conserva comunque l'impianto distributivo originario con corpo principale a vasta pianta quadrata e copertura a quattro falde. In un basso corpo rimane un portale inarenaria archivoltato siglato "L. F. F. F. F. OLLDS - ASU 1862 T-M MAGO". Dietro all'edificio, di cui si ammira il particolare volume sui prospetti sud-orientali, sorge la casa Mercati, già Silvi; in essa è in evidenza il loggiato a sette luci archivoltate in laterizio su colonne cilindriche con semplice base a capitello, un tempo esteso all'intero fronte del complesso ed attribuibile alla seconda metà del secolo XVII. |