| Nella località furono rinvenuti resti di una palafitta dell'età del bronzo (1). Luogo di ritrovamento di tombe, armi, monete di epoca romana probabilmente riconducibili al 69 d. C. quando Cecina avendo battuto l'imperatore Ottone a Bedriaco, attraversò con parte del suo esercito queste zone (2). La "villa" di Bedollo era posseduta nell'alto medioevo dalla famiglia dei Della Palude (3). Nel 1050 sotto il regno di Enrico II le terre comprese tra la Pieve di Fabbrico ed il Borgo di Bedollo appartengono ad un certo Papa (4). In un atto del 1108, Ermengarda, Badessa del Monastero di Santa Giulia in Brescia o San Salvatore, dà a livello un manso di terra posto sul territorio del Castello Della Palude in "Bedollo" ad Arduino, figlio di Guido Della Palude, feudatario e Signore di quel Castello, citato dal Muratori come "messo ed alter ego" della Contessa Matilde di Canossa (5). Alla morte di Arduino il manso della Badessa Ermengarda passa per 10 anni, dal 1139 al 1149 a Chiarello della Taccola ed Ardizzone di Guicciolo dietro il pagamento annuo di 12 denari lucchesi (6). Il Taccoli ed il Tiraboschi pubblicano però un documento datato 1145 in cui risulta che Guido del Castello Della Palude prende in affitto da Rochelda, Badessa di Santa Giulia di Brescia, per 29 anni dietro canone annuo di due scudi lucchesi, un mezzo manso di terra in Bedollo (7). Il manso posseduto dal monastero di Santa Giulia e quelli del monastero di San Prospero in Bedollo erano rispettivamente il primo a sud della strada di Rolo ed il secondo a nord della strada stessa comprendendo le attuali terre di Santa Rosa. I due possedimenti si unirono allorchè i Frati di San Prospero cedettero il loro convento di Santa Giulia come compenso della cessione dei diritti su Cà dè Frati (8). Nel 1227 l'Abate di San Prospero diventa Signore di Villa Bedollo, prima proprietà dei signori Della Palude. Nel 1371 la villa di Bedollo è governata da Guido da Correggio (9). Vi sorgeva un tempo una Chiesa dedicata a S. Prospero, appartenente al monastero di Santa Giulia di Brescia. Diventa successivamente sussidiaria di Santa Maria di Fabbrico come risulta dal rogito del Notaro Bannori e Palmieri del 1446. Nel 1740 viene atterrata e se ne usano i materiali per erigere la Chiesa di San Francesco. Al suo posto è eretto un piccolo oratorio (10). Nella località si individuano due complessi rurali di interesse. Il primo a sud della via Bedollo è costituito da un edificio a corpi giustapposti in linea con porta morta a sesto ribassato; la copertura è a due falde a colmo differenziato. Il civile, su tre livelli, ad ovest della costruzione, presenta un ingresso archivoltato e luci regolari simmetricamente distribuite. Il secondo complesso rurale è notabile a nord della via Bedollo. La tipologia è a corpi separati. Il civile sviluppa una pianta rettangolare su tre livelli con tetto a due falde a colmo indifferenziato; le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. Il rustico, a pianta rettangolare, con copertura a capanna, è caratterizzato da un portico a cinque luci a sesto ribassato. |