| Il toponimo indica due agglomerati di fabbricati a breve distanza tra essi, innalzatesi sulle pendici argillose-marnose a meridione della Pieve di Bismantova ed alla destra del fiume Secchia. Nel discusso, diploma che l'imperatore Ottone II concesse alla Chiesa di Reggio nel 980 figura per la prima volta la cappella di Vologno. A quel tempo essa risulta dipendente dalla Chiesa reggiana (1) ma fu sempre assai contesa. Nel 1112 la troviamo già passata alle dipendenze della pieve di Campiliola con tutto il suo territorio (2). Tale territorio ben presto finì attratto dall'area Bismantina, di cui fu uno dei principali componenti. Nell'estimo del 1315 venivano censiti a Vologno sei "fuochi" (3). Il castello che vi sorgeva estendeva la sua originaria giurisdizione su Maro e Roncopò (4). Allorchè i Da Bismantova, signori di Bismantova, Vologno e dei relativi territori si ritirano dalla "Pietra", pare che stabilissero proprio in quel Castello la loro residenza ed il pretorio della giurisdizione "Bismantina" (5). Nell'estimo del 1615 sono rilevate a Vologno 32 case, di cui 15 al Poggiolo, 7 al "Castello", 9 alla "Chiesa" ed una nei sobborghi, per un totale di 27 famiglie; nelle ville dipendenti vennero invece censite 42 abitazioni e 34 famiglie, che portarono il totale rispettivamente a 74 e 61 (6). Alla fine del XVIII secolo vi erano 261 abitanti (7), saliti a 313 nella metà del XIX secolo (8). La chiesa, dedicata a S. Prospero, risulta da sempre dipendente dalla pieve di Campiliola prima e Castelnovo poi. Così figura nelle decime del 1302 (9) e del 1318 (10). Al tempo del Vescovo Cervini (1543) non si segnalano particolari condizioni di conservazione mentre il Marliani nel 1664 la descrive come "antiqua", orientata est-ovest e tabulata (11). Nel 1775 risultò ad una sola navata, tabulata e con tre altari. Venne quasi totalmente rifabbricata poco prima del 1874 (12). L'attuale edificio religioso appare ancora orientato ma con l'abside rivolta ad occidente. Nel suo fianco meridionale è visibile parte di un paramento ad "opus quadratum" in massicci conci di arenaria locale, probabilmente facenti parte della primitiva chiesa romanica. L'architrave di una finestrella presente nel lato settentrionale reca incisa la dicitura "AMS 1644". Il borgo superiore di Vologno, pur non conservando edifici di rilevante pregio architettonico, ha tuttavia mantenuto le originali caratteristiche dei fabbricati ed è quindi di elevato interesse paesaggistico. I fabbricati occupano una linea di costa immediatamente a monte della chiesa e sono distribuiti scalarmente rispetto al pendio di cui costituiscono una valida emergenza morfologica. Il borgo inferiore mostra un impianto urbanistico di tipo indifferenziato a nuclei aggregati articolati da sottopassi ad arco abbassato. Vi si osservano alcuni edifici con balchio di elevato interesse tipologico. Anche il nucleo inferiore di Vologno è notabile per le qualità del paesaggio architettonico. A valle di questo ultimo nucleo si osservano le rovine del piccolo borgo di "Castello" di cui si rimanda alla scheda. |