Nella località si sono rinvenute tracce d'insediamento dell'età del bronzo (1). Vi si trovano due ville di eccezionale interesse. Scarsissime sono le notizie storiche relative ai complessi. Sulla cima del rilievo sorge la villa Montegaio della famiglia Saracchi. Agli inizi del XIX secolo (1820-1836) era del cav. Villani, passò quindi fino al 1860 ai Trivelli, dal 1860 al 1908 ai marchesi Menafoglio di Modena ed infine alla famiglia Saracchi. L'impianto originale, di antica origine probabilmente cinquecentesca, fu ristrutturato verso la metà dell'800 con la realizzazione del secondo piano e l'aggiunta della parte a levante; nel selciato rimane riportata la data "B. P. F. - 1843". Presenta una pianta quadrangolare, su tre livelli, serrata da quattro caratteristiche torrette angolari cilindriche con cornice di gronda a sguscio ripresa nell'intero perimetro del palazzo; vi si può riscontrare un'analogia con il palazzo delle Quattro Torri a S. Agostino (Ferrara). L'edificio è circondato da uno splendido giardino neoclassico sapientemente ricercato nella disposizione scenografica dei fondali architettonici e nella sistemazione dei terrazzamenti (2). A fianco della bella casa rustica dei custodi è visibile il complesso della villa e l'oratorio del Volonterio (nome derivato dalla recente famiglia di proprietari) ora dei Bertolini. La cartografia storica agli inizi del XIX secolo vi riporta la denominazione "Casali" forse proprietari all'epoca. L'elegante oratorio seicentesco dedicato a S. Carlo (3) è orientato con il prospetto a levante; la facciata è a capanna con frontespizio superiore. La villa è a pianta quadrangolare su tre livelli, di cui uno solo " nobile", con paramento a leggera scarpa. Le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. Anche questo edificio può essere riferito al XVI secolo. Vi si accompagna un ampio terrazzamento, parzialmente sistemato a giardino dominante al vista della pianura; è uno tra i più interessanti dell’Emilia per l’equilibrio tra vegetazione e architettura, caratterizzato da due ampie vasche in laterizio e un “teatro di verzura”. Il giardino è stato restaurato tra il 1999 e il 2002 su progetto degli architetti Gaetano Marzani e Vincenzo Vandelli.