La villa di Vezzano è una delle più antiche della Provincia e compare nominata nell'835 in una donazione fatta dalla Regina Cunegonda al monastero di S. Alessandro di Parma ed in una carta del Monastero di S. Prospero dell'anno 1097(1). Le vicende della villa sono legate dapprima al castello di Monte del Gesso e successivamente alle attività di estrazione del materiale da cui il monte prese il nome. Gli uomini del comune rurale di Vezzano prestano il giuramento di fedeltà al comune cittadino nel 1197 (2). Il nome del console, di due 'vicini' e di molti 'terrerii e cives' sono riportati nel "Liber Focorum" del Comune di Reggio agli inizi del XIV secolo (3). Nel XV secolo la comunità, cui dipendevano Pecorile e Sedrio, fu assoggettata agli Estensi. Nel 1860 Vezzano fu infeudata al Conte Decio Fontanelli (4). Alla fine del Settecento, insieme a Sedrio, apparteneva alla casa Cassoli di Reggio comprendendo una popolazione di 706 abitanti (5). Diversi sono i cambiamenti della sua giurisdizione nel corso della Repubblica ed il periodo napoleonico (6). Con la restaurazione il territorio di Vezzano viene tripartito: Vezzano è annesso a Reggio, Casola e parte di Paderna a San Polo, l'altra parte di Paderna, verso il Crostolo, con Montalto a Scandiano (7). Infine nel 1860 ne fu ricomposta l'unità con la costituzione del nuovo Comune da cui si distaccherà Mucciatella nel 1872 (8). La Chiesa di S. Martino compare nel 1156 soggetta alla Pieve di Mucciatella da cui fu sempre dipendente. Fu consacrata verso la metà dello stesso secolo dal Vescovo Adelberio (9). Nel 1531 si segnala la necessità di riparazioni. La visita pastorale del Vescovo Marliani nel 1664 riscontra la chiesa come antica e 'tabulata', in parte rovinata. Numerosi interventi di ripristino vengono eseguiti nel XVIII secolo fino al restauro generale del 1823 (10). La chiesa è situata ai piedi del colle del castello. Presenta una facciata a capanna orientata a levante, con uno stretto portale archivoltato sormontato da una finestrella trapezoidale. Nel prospetto meridionale è collocata una architrave scolpita datate "1515", recante l'emblema dei Canossa ed un ostensorio. L'interno dell'edificio, in ordine dorico, è a navata unica con volta a botte. Il campanile presenta una cella a monofore conclusa da una copertura a cupola su tamburo ottagonale. L'abitato si distribuisce con un impianto lineare a margine della Strada Statale distinguendo i due nuclei focali della "Siberia" a settentrione e del "Poggio" a sud della chiesa. In quest'ultimo sito, ricordato già nel 1197, sorge la casa torre settecentesca della famiglia Casotti. La struttura è in pietra, con angolari rifiniti, articolata su quattro livelli con colombaia di sottotetto delimitata da una semplice cornice modanata. Alla "Siberia" si segnalano due case contrapposte, l'una antica sede del Consiglio della Comunità distinta dalla cornice di gronda a dentelli, l'altra con la piccola torretta in vertice in cui si trovava l'acquartieramento di un nucleo di dragoni estensi. Nonostante le diffuse ristrutturazioni, sono ancora riscontrabili diverse tipologie di interesse tra cui l'antico stallo di fronte allo stradello della chiesa, o più recenti villini novecenteschi.