Nei pressi del castello è stata individuata una Terramara dell'età del bronzo, i resti di un pozzo a secco e reperti della età del ferro ed un'urna funeraria romana (1). Centro situato in bella posizione sulla destra del torrente Enza al suo sbocco nella pianura. Nella località pose quartiere Enrico IV nel 1092 durante la lotta contro la Contessa Matilde. Secondo la narrazione di Donizone, biografo della Contessa Matilde di Canossa, Enrico IV si fermò a Reggio "Inde movens castra finxit se pergere Parmam. Tempus erat clarum rediit retro Cavilianum" (2). Qui i Canossa da tempo avevano dei possessi; infatti Bonifacio, padre di Matilde, aveva ottenuto dalla Chiesa di Reggio "Plebem de Caviliano cum domnicato magno" (3). Nel 1116 Enrico V confermava al monastero di S. Apollonio di Canossa "decimam braide S. Petri de Caviliano que fuit domnicatum Canosse", nonché due mansi (4). Per tradimento di Azzolino da Canossa, passò nel 1297 in potere del Comune di Parma. Mastino della Scala, diventato Signore di Reggio, diede in feudo, nel 1335, questa terra ad Albertino da Canossa il quale, in seguito, la permutò con Bianello. S. Polo passò poi nel 1371 in potestà di Niccolò dei Signori Canossa di Bianello. Nel 1372 fu occupato da Bernab Visconti quindi, durante la rivolta di Reggio, cadde in mano a Niccolò d'Este, marchese di Ferrara (5). L'attuale S. Polo corrisponde all'antico "Cavianum" o "Cavilianum"; ma questa denominazione, dapprima più estensiva, forse si era ristretta ad un nucleo: in una carta del 1429 si leggeva "Villa de Caviano territory S. Pauli Episcopatus Regy" (6). Dal Duca Alfonso I, nel 1505, fu concesso in feudo al Conte Uguccione Contrari. Nel 1520 subì il saccheggio e la devastazione dei soldati di Carlo V. Il 5 ottobre 1557 Ottavio Farnese occupò S. Polo, signoria del Conte Ercole Contrari ed ancora il 7 febbraio 1558 quando fu nuovamente occupato e distrutto. Il Duca d'Este lo vendette nel 1576 a Giovanni Ricci da Montepulciano che ne ebbe contemporaneamente l'investitura. Nel 1591 era possesso di Ippolito Gonzaga. Nel 1603 la rocca fu ceduta dal Gonzaga a titolo di feudo al Marchese Angelo Gherardini di Verona. Questi rinunciò nel 1652 ricevendone in cambio Castelnovo Sotto. Riebbe nuovamente S. Polo nel 1659 con il titolo di Conte (7). Rimase quindi in possesso di questa famiglia fino alla soppressione dei feudi. Alla fine del Settecento nell'intera villa si comprendevano 1250 abitanti (8). La rocca, abbattuta quasi completamente nel 1707 dalle truppe austriache durante la guerra di successione spagnola, fu ricostruita allo stato attuale dai Gherardini durante l'ultimo ventennio dello stesso secolo. Insieme al torrione essa rappresenta l'emergenza più significativa del nucleo storico. Durante il periodo napoleonico fu sede comunale ed il 9 novembre 1859, per decreto del Dittatore Farini, fu resa libera dal vincolo di promogenitura per il feudo investito ai Gherardini e quindi venduta al Comune nel 1884 (9). La rocca di S. Polo occupava una vasta area ed era fortemente munita. Circondata da fosse profonde, era provvista di cinta di torri e di ponti levatoi di cui rimangono le feritoie nel bell'ingresso alla cittadella. Nel 1494, nel circuito del Castello, era stato fondato l'oratorio di S. Giovanni Battista oggi chiesa parrocchiale (10). L'interno, ad aula con volto a crociera, è del secolo XVIII. La chiesa non ha facciata e la porta d'ingresso si trova nel muro che guarda il piazzale. Una lapide all'interno ricorda come la cappella di S. Giovanni Battista sia dovuta al patrizio modenese Simone Marchesi ed alla di lui moglie Jacoba. Sulla parete di sinistra è visibile un affresco, opera di Nicolò dell'Abate, rappresentante l'Adorazione dei Magi. Il battistero è stato sistemato nell'incavo di una torre, mozzata, che si trova nel muro della chiesa rivolto al paese.