Nell'835 è nominata la corte di "Ceredo" da cui deriverà poi Salvaterra. Ricordata ancora nel 948, nel 1138 è citata la Pieve di Cerreto (1). Il castello è anteriore al 1200 ed appartenne al Comune di Reggio il cui Podestà era obbligato, entro i tre mesi della nomina, ad ispezionarlo minutamente e a darne relazione al Consiglio (2). Nel 1204, oltre al castello, sono ricordate le case della villa ed il canale di Monticello su cui si ha notizia dall'esistenza di tre mulini. I Fogliani ne vengono infeudati nella seconda metà del secolo XIV e nel 1376 Guido Savina Fogliano riedifica il castello (3). Anche la chiesa dovette essere probabilmente stata costruita in questo periodo a seguito della distruzione della pieve di Cerreto. Nel 1409 Salvaterra passò in possesso degli Estensi che ne infeuderanno il titolo dapprima ad Alberto della Sala, il quale rinforza il castello e vi costruisce un ponte levatoio, ed in seguito a Feltrino Boiardo. A questa data il castello doveva essere fortemente ridotto in quanto si legge che "locus in quo fuit castrum Salvaterra cum Rocchetta ed turribus". Salvaterra seguì poi le sorti di Scandiano fino alla soppressione dei feudi (1796) (4). Nel 1712 si separò Salvaterra da Arceto unendola a Scandiano fino al 1860, quando divenne frazione del ripristinato Comune di Casalgrande (5). Agli inizi del secolo XIX aveva una popolazione di 554 abitanti (6). Attualmente del castello resta un fabbricato a pianta pressochè quadrata, ornato in gronda da un fregio di archetti in cotto. La struttura è in parte in pietra ed in parte in laterizio. L'ingresso è sormontato da una piccola torre in cui sono visibili le impronte delle feritoie del ponte levatoio; il corile presenta un loggiato a sette luci tamponate. Diversi interventi di scarsa ristrutturazione ne hanno compromesso le caratteristiche tipologiche sul lato settentrionale. La chiesa, dedicata a S. Salvatore, è ricostruita verso il 1668, quindi restaurata nel 1874 (7). Presenta una facciata tripartita coronata a capanna. L'interno è ad una sola navata in ordine composito con sei altari. Al limite orientale dell'abitato, prima dell'incrocio con la strada provinciale, è visibile una cappellina dalla semplice foggia ed ampio frontale. Lungo via del Canalazzo è da segnalarsi un complesso rurale di particolare pregio cui si accede da un ponticello sul canale. La tipologia è ad elementi separati. Si evidenzia il corpo del rustico con portico frontale; vi è murata un'immagine votiva policroma.