Nella località si sono rinvenuti frammenti di uno sperone, corredo di guerriero di epoca longobarda (1). La prima menzione risale all'848 quando è ricordata la "curte Sablone" in possesso del Conte Auteramo e della moglie Adelberga. Apparteneva allora al territorio modenese, infatti due atti dell'850 e 854 riportano "Actum ad Sablone in territorio Motinensis" e "Acto Sablone infra finibus civitate Geminiane" (2). Nel 926 il castello con la cappella fu venduto da Wiburga ad un conte Bernero di nazione francese; pervenne poi alla chiesa di Parma cui è confermato nei diplomi di Ottone I (952) fino ad Arrigo IV nel IIII (3). Nel 1325 il castello, tenuto dai da Cavriago, è distrutto dai Parmigiani. Nel 1375 Guglielmo da Fogliano vende al banchiere Tinti di Reggio il "locum seu casamentum ubi erant fortilitia seu castrum de sablono" (4). Fu poi degli Scaligeri e degli Estensi che nel 1422 lo concessero in feudo ad Alberto della Sala, da cui a Feltrino Boiardi. Nel 1447 è Comune nel Distretto di Reggio (5). L'Estimo del 1458 indica 22 "fuochi". Alla fine del Settecento comprendeva 381 abitanti (6). Unito a Fogliano nel 1805, passò definitivamente a Reggio nel 1815 (7). Dopo la citazione della "cappella" nell'atto del 926, la stessa compare nuovamente nel 988 "capellam in loco Sablone edificatam in honore S. Marie"; fu consacrata alla metà del XII secolo (8). Con la Bolla di Celestino III del 1191 figura la nuova dedicazione di S. Sigismondo - non è esclusa la possibile esistenza di due chiese di cui quella di S. Maria entro il castello (9). Nell'elenco delle Decime del 1318 è dipendente dalla Pieve di Fogliano (10). La visita Cervini del 1542 trova l'edificio in cattive condizioni (11). La Chiesa è restaurata nella prima metà del secolo XVIII (12). Presenta una facciata a capanna, orientata liturgicamente, assai slanciata. Il portale architravato è sormontato da una finestra lobata trapezoidale. Sul prospetto sono dipinti al centro la Madonna del Rosario ed emblemi della musica mentre ai lati della porta sono tracce dei SS. Sigismondo e Genesio. L'interno è di ordine ionico. La sagrestia conserva una volta con affresco settecentesco. A fronte della Chiesa rimane un fabbricato rurale ad elementi giustapposti; il rustico disposto a ponente, sviluppa un portico a tre luci architravate.