| Nella cava di argilla adiacente alla Chiesa di S. Prospero, sfruttata dall'Unicoop, in parete a circa 6-7 metri sotto il livello di campagna insieme a tronchi semifossilizzati si sono rinvenuti numerosi reperti ceramici di età romana(1). Villa detta anticamente di S. Prospero di Campora. Insieme alla chiesa che le diede il nome è nota fin dal XI secolo e seguì sempre le vicende di Correggio. Nel 1078 citata la capella "Sancti Prosperi" in una donazione di beni fatta da Arialdo al Monastero di S. Prispero di Reggio(2). Fu dipendente dalla Pieve di Fosdondo e quindi sottoposta alla Prevostura di S. Quirino di Correggio ed al suo vicariato. La vecchia chiesa era piccola ad unica navata con tre altari. Venne rifabbricata nel 1791, restaurata nel 1817 e di nuovo ampliata e ridotta alla forma presente con disegno dell'Arch. Francesco Forti di Correggio nel ventennio 1846-1866, con l'aggiunta del coro e della cupola. Nei primi anni del Novecento è ancora restaurata dal Comune di Correggio. E' in ordine dorico con cupola in ordine ionico ed ha cinque eleganti cappelle(3). La facciata, orientata a ponente, è tripartita scandita da lesene nella parte inferiore, con raccordi alle ali lineari a piovente. Il portale architravato, al centro si apre una finestra a lunetta ed alla sommit conclusa da un frontispizio triangolare. Notabile l'alto tamburo sulla copertura. L'interno è a navata unica. Il campanile presenta una cella a monofore con tetto a cupola. Presso alla chiesa in angolo alla via S. Prospero si osserva un interessante complesso signorile con rustici. La villa è in stile neoclassico con pianta quadrangolare articolata su due livelli e sottotetto, copertura a quattro falde con frontispizio. I prospetti sono ripartiti da sottili lesene e cordoli marcapiano. Le luci sono regolari e simmetricamente distribuite. Si evidenziano gli ampi volumi degli edifici rurali annessi alla corte. Nei rustici di servizio si osserva un finto porticato con decorazioni a motivi architettonici. |