Presso la Chiesa a nord della via Emilia si sono rinvenute diverse lapidi romane iscritte (1). Diversi sono comunque i ritrovamenti romani nella località ricordati dal 1507 ed ora in gran parte ai Civici Musei (2). Sul Rodano fin dal 1000 esisteva un ponte di legno detto "ponte piatto o ponte pelato", ricostruito verso la fine del XIII secolo ed allargato da Sigismondo Malaguzzi al tempo di Ludovico Ariosto (3). Come già riferito nella scheda di "S. Lazzaro" il Nironi avanza l'ipotesi che almeno fino al XV secolo il Rodano scorresse nell'alveo dell'odierno Rodanello e riferisce di un ponte pelato, citato da alcuni documenti, probabilmente ad ovest della chiesa di S. Lazzaro (4). Le vicende della località sono in parte legate al castello del Rodano (a cui si rimanda per i riferimenti storici) già esistente nel 1021 (5). La villa di S. Maurizio è ricordata per la prima volta nel 1126. L'Estimo del Comune di Reggio del 1315 indica la villa come una pendice della città (6). Nell'Estimo del 1458 sono compresi 24 "fuochi" ed ancora 835 abitanti sono indicati alla fine del Settecento (7). La Chiesa di S. Maurizio risalente, probabilmente, all'XI secolo, fu consacrata dal Vescovo Adelberio tra il 1140 ed il 1149 (8). Era dipendente dalla Basilica di S. Prospero di Castello a cui figura soggetta nelle Decime del 1302 e 1318 (9) ed in seguito fino al XVI secolo. Dagli inizi del seicento al XIX secolo è compresa tra le chiese libere e senza Pieve. La visita del Vescovo Rangone nel 1575 ne ordina il rifacimento del tetto. La Visita Marliani del 1663 la indica come "antiqua et scandulata". Già nel 1628 alla chiesa, di forma irregolare, era stata fatta un'aggiunta e rinnovato il pavimento; nel 1637, il coro è messo in volto per opera del maestro Matteo Pomo e negli anni 1641-1644 è ornato di pitture dal Cav. P. Desani. Nel 1771 si provvedeva ad importanti lavori di restauro, con interventi del Vergnani e di Gaspare Bazzani. Alla fine del settecento si da avvio ad una nuova ristrutturazione dell'edificio sotto la direzione dell'Arch. Barlaam Vergnani che terminò l'opera con la messa in volto nel 1789. Altri restauri seguirono nel 1814, causa i gravi danni subiti dalla battaglia sul Rodano tra francesi e tedeschi e nel 1832 per le lesioni del terremoto. Nel 1882 vengono rinforzate le murature per intervento dell'Ing. Pio Casoli, a cura del Comune di Reggio ed infine agli inizi del XX secolo si inizia un nuovo restauro, provvedendo anche ad innalzare il campanile (10). La Chiesa è orientata liturgicamente; la facciata è a capanna con specchiature. Al centro è un grande riquadro con l'immagine dipinta del Santo titolare. Una cornice di sottotetto segmentata corre all'intorno mentre il prospetto è coronato ai vertici da tre acroteri. Lo snello campanile cuspidato presenta una cella a bifore. A lato del ponte sorge il fabbricato, ampiamente ristrutturato, del vecchio mulino sul cui fronte è una epigrafe dettata forse dal prof. Bongiovanni che ricorda i versi dell'Ariosto. Il 28 giugno 1438, con rogito del notaio imperiale Antonio Catellani Ruggeri di Ferrara, Valerio Valeri Malaguzzi aveva ottenuto da Monsignor Nicolò d'Este, la concessione del diritto delle acque di Bazzarola, Rodano e altre sorgenti locali per uso del mulino di S. Maurizio. Il diritto fu poi riconfermato nel 1788. Agli inizi dell'ottocento era ancora dei Malaguzzi e dotato di tre ruote motrici (11). Il mulino denominato "Ariosto" è censito con un torchio nella carta idrografica d'Italia del 1888 (12). Verso Reggio, a sud della via Emilia è visibile un casino ottocentesco, a pianta quadrangolare, su due livelli, con coperto a quattro falde; le luci regolari e simmetriche sono riquadrate da un fregio decorativo.