Alla periferia del paese si segnala in ritrovamento di una tomba romana con cassa di piombo(1). Il Castello di S. Martino in Rio fu uno di quelli posseduti dal Marchese Bonifacio di Canossa per enfiteusi dal Vescovo di Reggio nel 1070. Nel 1157 fu assediato e distrutto da Federico Barbarossa. Fu dominio della famiglia dei Roberti di Reggio che ne mantenne il possesso fino al 1418 quando il Marchese Nicolò II d'Este ne espugnò il castello e li dichiarò decaduti dal feudo. Nel 1501 il Duca Ercole ne investì Sigismondo suo fratello alla cui discendenza rimase fino al 1752. Sotto gli Estensi fu ampliato il nucleo abitato ad ovest della Rocca, denominato "Terranova" ed edificata una nuova zona a ridosso dei bastioni del lato est(2). Nel 1772 il Duca Francesco III vendette il feudo a Don Paolo Rango d'Aragona ritornando infine nel 1792 alla Camera Ducale. Nel 1796 il Comune di S. Martino venne staccato dal Dipartimento del Crostolo ed unito a quello del Panaro e quindi alla Provincia di Modena cui rimase soggetto fino al 1859 quando fu nuovamente ricompreso alla Provincia di Reggio con le ville di Gazzata, Stiolo e Trignano. Già nel 1800 dal Comune erano state distaccate Lemizzone e Prato unite a Correggio(3). Il Castello, in cui ha sede il Municipio, è al centro del paese e ne costituisce il complesso monumentale di maggior rilievo oggetto di un accurato intervento di restauro diretto dall'architetto Mauro Severi a partire dal 1977. L'attuale aspetto dell'edificio non può dirsi trecentesco a causa delle successive parziali manomissioni che lo trasformarono in palazzo; gli unici elementi che testimoniano la costruzione castellana sono la scarpa inferiore, la torre merlata d'angolo di nord-est coronata da apparato a sporgere merlato e la fronte meridionale pure conservante in parte l'apparato a sporgere. Di pianta pressochè quadrata l'edificio si svolge attorno ad un cortile privo di interesse se non per il portico a quattro fornici del lato occidentale, cui fanno riscontro, sul lato opposto, le tracce di altri quattro(4). Adiacente al castello è una piccola chiesa fondata nel 1395 da Filippo Roberti e dedicata a S. Giovanni Evangelista . La chiesa parrocchiale era una semplice cappella della Pieve di Prato e come tale è nominata nelle bolle pontificie del 1144 e 1146. Nel 1591 il Pontefice Gregorio XIV istituì la Collegiata che ebbe vita fino al 1798. In seguito divenne sede di Vicariato foraneo. La vecchia chiesa fu atterrata nel 1599; la nuova costruzione venne ultimata nel 1606. La chiesa è in stile toscano ed è costruita in foggia rimpicciolita di quella del Tempio della B. V. della Ghiara in Reggio. L'interno è a tre navate con dieci altari e cupola. Fu diverse volte restaurata, nel 1720 dopo la Visita Picenardi, nel 1857 con decorazioni fatte dal pittore Luigi Sassi di Reggio e nel 1892 quando fu rinnovata la pavimentazione (5). E' anche da segnalarsi la chiesa di S. Rocco, fondata agli inizi del secolo XVII, appartenente alla Congregazione della Carità. Nell'abitato rimangono alcune interessanti testimonianze di architettura civile dei primi del Novecento.