Per secoli S. Giacomo fu chiamato sia come Villa Roncaglio sia come S. Giacomo di Roncaglio ed il suo territorio è ancora indicato come Roncaglio Inferiore, derivando il suo nome da quel " Roncalis propre Wardestalla" citato nei documenti antichi del X secolo(1). L'ing. idraulico L. Bolognini cita nelle Memorie idrauliche per il Dipartimento del Crostolo : "All'Ovest di Guastalla, nell'anno 1447 esisteva una fossa detta di Roncaglio, che serviva di naviglio per quella città, e cominciava dalla Cava fra la Cà de Coppi e la Corte in allora denominata del Rubbino, che esisteva a S. Vittoria, ora della fam. Greppi, e da qui continuava verso Guastalla, dove prossimamente scorre il Crostolo: essa prima dell'anno 1400, era navigabile e si affittava dalla Comma suddetta colle valli... "(2). Si riporta la costruzione della cappella all'anno 1115 anche se l'Affò richiama come primo documento che ne dia certezza una carta del 1132, ma non mancano riferimenti che attribuiscono la sua fondazione alla contessa Matilde la cui giurisdizione si estendeva sulla curtis comprendente l'ampio territorio di Solarolo(3). La chiesa è quindi ricostruita nel 1622 e successivamente riformata(4). E' situata in angolo alla strada di S. Giacomo con la via Cavallo, orientata a settentrione. Presenta una semplice facciata a capanna con specchiature riquadrate da lesene e cornici. L'ingresso è architravato con lunetta superiore, affiancato lateralmente da due finestre binate. Il prospetto è concluso da un frontispizio triangolare. Il campanile presenta una cella a monofore a copertura cuspidata con palla e croce in vertice.
Si tratta di un oratorio di semplice struttura posto all’angolo di un crocevia. Il Benamati riferisce che fu eretto grazie alle offerte di fedeli abitanti nella zona di Solarolo tra gli anni 1625 e 1630 per maggiore comodità di culto dei locali. Noto come S. Giacomo Maggiore, già nel 1665 fu ricostruito perché in pericolo di crollo. A questo impegno non si sottrassero i fedeli riuniti in un gruppo di capifamiglia per raccogliere i fondi necessari. Si è a conoscenza di un altro, profondo, restauro nel 1876. In quest’occasione furono recuperati la facciata, il tetto, il soffitto e il pavimento. Da questo intervento sostanziale furono esclusi lavori ai muri anche se risultavano particolarmente colpiti dall’umidità. E’ tuttora aperto alla preghiera in ricorrenze particolari e durante il mese di Maggio. (dal libro “Guastalla, città delle chiese, passato e presente delle chiese e degli oratori guastallesi” di Daniele Daolio, 1998)