| Nel 980 sono nominati la pieve ed il castello di Prato(1). Nel 1092 vi si riporta il possesso di beni da parte della Chiesa di Reggio. La corte è citata in un documento del 1106. Il castello apparteneva ai Vescovi di Reggio tanto che nel 1361 il Vescovo Bartolomeo ne investì il dominio a Feltrino Gonzaga, pasando poi ai Roberti di S. Martino(2). Prato seguì sempre le sorti di S. Martino fino al 1800 quando fu aggregata a Correggio. La Chiesa di S. Geminiano era una delle più antiche della Diocesi di Reggio ricordata nei privilegi imperiali a favore della Chiesa di Reggio di Ottone I nel 960, Federico I nel 1160, Enrico VI nel 1191 e di Federico II nel 1224. Nella Bolla di Eugenio III dell'anno 1146 si richiama la "Plebem de Prato cum capella Sancti Martini de Rivo et aliis suis capellis". Nel XIV secolo le cappelle soggette alla Pieve erano:S. Martino in Rio, S. Dalmazio di Stiolo, S. Giorgio di Trignano, S. Giovanni di Lemizzone, S. Maria della Gazzata, S. Giovanni Evangelista. Con il tempo la Pieve decadde e fu soppressa nel 1591 dal Pontefice Gregorio XIV a favore della Collegiata di S. Martino in Rio. Nel 1845 il Duca Francesco IV la cedette al Vescovo ritornando di libera collazione. La Chiesa venne riedificata e ridotta alla forma presente nella seconda metà del secolo XVIII. Sorge isolata su un rialzo del terreno. Presenta una modesta facciata, movimentata da volute, rivolta a ponente conclusa da un frontispizio triangolare con al centro finestrella quadrilobata e raccordi laterali a voluta. Il portale architravato con sovrapposta finestra trapezoidale. L'interno è a navata unica con cappelle laterali. Il campanile presenta una cella a monofore e tetto a cuspide su tamburo ottagonale(2). |