Prende nome dalla famiglia che lo possedette nel secolo XVII (prima appartenne ai Boccacci). L'aspetto attuale deriva da un pesante intervento di restauro del 1931 che, fra l'altro, reinterpretando scarsi frammenti tardo cinquecenteschi, ricoprì la facciata di un intrico di piante rampicanti in malta di calce e pozzolana, con una sensibilità che sembra richiamare lo stile liberty più che l'ipotetico decoro originario. La posizione binata delle finestre fa pensare a una influenza ferrarese nell'impianto cinquecentesco, oggi notevolmente appesantito dal "restauro" del secolo scorso.