L' esistenza dell'Ospitale di San Leonardo al Dolo è documentata già dal XII secolo. La cappella era soggetta al plebanato di Toano ed era esistente prima del 1191. Anche se l'ospizio cessò la sua attività nel XV secolo a causa del mutamento del contesto sociale e delle abitudini, la sua presenza, che ha dato origine anche a leggende narrate nell’alta valle, arriva sino ai giorni nostri come documentato dai pochi ruderi rimasti dell'edificio originario (recentemente ricostruito, in base a criteri non filologici, e adibito a rifugio aperto al pubblico, piccolo ma confortevole). L’agiotoponimo di San Leonardo richiama l’apporto culturale e religioso dei Franchi, individuabili anche presso Roccapelago (MO) e negli ospedali di San Leonardo al Frigido, dei SS. Giovanni e Leonardo a Pontremoli, di S. Leonardo a Castelnuovo Magra. San Leonardo è il patrono di Civago. Un documento del 1442 narra come molti viandanti erano periti in quei luoghi a causa dell’abbandono dell’Ospitale.
L'Ospitale sorgeva nella parte più alta della valle del Dolo, in una posizione che permetteva un facile guado del torrente e dominava visivamente il crinale dal monte Giovarello al monte Prado. Dall’Ospitale si raggiunge il passo delle Forbici, che da sempre rappresenta un’alternativa per valicare l’alto crinale al più celebre e più battuto passo delle Radici, più agevole soprattutto per i pellegrini e commercianti che da Reggio Emilia si recavano a Lucca e viceversa o in caso di interruzione della via Bibulca. Nel versante Garfagnino, proseguendo dal passo, si trovava l’ospizio di Santa Maria della Buita (o in Alpibus) adiacente al Casone di Profecchia che serviva anche i viandanti provenienti da Lucca e diretti a San Pellegrino. Gli ospizi erano infatti disposti in modo simmetrico sui due versanti per rendere più sicuro lo spostamento di uomini e animali. Il luogo ove sorgeva l’antico Ospitale fu scelto perché in condizioni favorevoli da più punti di vista: dista poco più di mezz’ora di cammino dal passo, controlla visivamente tutta l’alta valle, il guado del torrente Dolo in quel punto è agevole, esiste una sorgente, ci sono buone condizioni morfologiche e offre una buona esposizione solare per l’attività agricola. Inoltre quel luogo rappresentava, probabilmente, l’ultimo approdo sicuro prima di superare la parte più erta e difficile del valicamento appenninico, pericolosa per il ghiaccio, la neve, le belve, soprattutto in inverno.
E’ documentato l’episodio di un furto subito nel 1240 da commercianti di Fucecchio da parte di genti del luogo avvenuto nelle vicinanze dell’Ospitale. E' documentata anche una interruzione della vicina via Bibulca nel 1306 a causa dell’inverno particolarmente nevoso e l’utilizzo alternativo della via delle Forbici che grazie al lavoro degli abitanti era rimasta agibile.
Scheda inserita il 7/01/2011 in base a indicazioni fornite dai gestori del rifugio e contenute nel sito della struttura ricettiva