Nella località si è individuato un pugnaletto in selce dell'età eneolitica (1). L'antica Chiesa dedicata a S. Stefano è indicata tra le dipendenti della Pieve di Caviliano (S. Polo d'Enza) in privilegi del 1201, 1210 e nei documenti delle decime del 1302 e 1318 (2). Vi si trovava fino alla metà del secolo XVII ed era posta sopra l'ultima sommità di Montefalcone; agli inizi del secolo si vedevano ancora le sue rovine con avanzi di muri in pietre tagliate quadre (3). Narrano le cronache che Guido II Canossa donasse nel 1218 il colle di Montefalcone a S. Francesco perchè vi fosse edificato il Convento e la Chiesa. La donazione venne accettata da frate Ugo che fu poi Papa con il nome di Gregorio IX ed in breve sorsero le costruzioni. Salimbene racconta che Beatrice, moglie di Pino da Gente, "morabatur cum Pino viro suo in Bibianello... et frequenter veniebat cum aliis dominabus ad locum fratrum Minorum de Montefalconis, deductionis causa et ut cum fratribus loqueretur. Et habitabam tunc temporis ibi" (4). Era probabilmente l'anno 1285. Nel 1652 il complesso venne soppresso. Con la restaurazione estense fu ceduto al Collegio dei Nobili diretto dai padri Gesuiti, fondato nel 1817. Dopo il 1859 i Gesuiti dovettero allontanarsi ed il Collegio passò in potere del Municipio di Reggio con il nuovo titolo di Convitto Civico Nazionale. Già sotto i primi reggitori gesuiti si erano intrapresi lavori per migliorare il complesso e soprattutto la chiesa. Altri importanti restauri vi si compirono nel decennio 1840-1850 (5). Il complesso si articola in un impianto ad 'U'. La chiesa è situata nell'ala a sud. La vasta area cortiliva centrale, in parte porticata, è aperta ad ovest verso la valle dell'Enza; attualmente rimane in stato di abbandono e parziale rovina. Colpisce la visione della rilevante monumentalità del grande insieme di edifici, sottoposti a vincolo della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici dell'Emilia nel 1980. Nel 2001 sono iniziati i lavori di restauro e ristrutturazione dell’intero complesso.