| La chiesa di S. Michele Arcangelo è probabilmente di origine matildica. E' ricordata in un diploma di Federico Barbarossa del 1164 ma l'edificio doveva essere certamente molto più antico. La località figura dal 1173 soggetta alla Abbazia di Frassinoro. Talvolta per distinguerla dalle altre località con lo stesso nome, veniva indicata come Massa della Badia e così è citata in un documento del 1345: "Ecclesia S. Michaelis de Massa de Abacia" (1). La chiesa si presenta ora con un decoro notevole, derivato dal fatto che i numerosi rifacimenti hanno conservato per grandi linee l'impronta originale, almeno nelle strutture essenziali. Nel 1683 la chiesa deve essere stata ridotta a nuova forma. Al secolo XVIII risale invece il rifacimento del campanile con le serliane. Nel 1854 viene risistemata la facciata con realizzazione della nuova porta di gusto quasi neoclassico, mentre nel 1960-70 viene operato il rifacimento dell'abside. La chiesa è orientata liturgicamente con facciata a capanna conclusa da una leggera gola in pietra viva. Il paramento è in pietra a conci squadrati uniti quasi senza malta cementizia come a Marola, Toano e Belleo (2). L'unica parte che appare intatta nella sua vetustà è il muro a mezzogiorno vicino alla porta laterale. Tra le iscrizioni riscontrabili si riportano nell'architrave sopra il portale "... ALIUD A. D. 1501 - S. MICH. ARCH. S. ANDREA AP. LOCATUM FUER AV. QUOD MDCCCLIV D. S. C. R. "; sopra l'oculo centrale "VETUS NOVAS SUBLIMITAS ET FORMA EFFECTA EST ANO MDCLXXXIII PEREGRINO FRASSINETO REGENTE". Diversi sono i conci scolpiti. Al culmine della facciata è posto il frammento di una pietra con la parte superiore di una croce a raggi mentre a lato della porta si notano la raffigurazione di un cane e di un fregio ad intreccio. Nel muro a sud è infissa una pietra di eccezionale interesse e di difficile datazione rappresentante la cacciata dal paradiso terrestre: le figure emergono dalla incisione della pietra intorno alle sagome figurate, sicchè la parte più rilevata è all'altezza della superficie originaria del masso (3). La lastra è databile al VIII-IX secolo e da paragonarsi ai rilievi di Cividale od al paliotto di Maestro Orso in S. Pietro a Ferentillo nell'Umbria dai quali però differisce oltre che per la maggior rozzezza della resa, per la limitazione del particolare al solo accenno indicativo. Gli è vicino un altro rilievo raffigurante un lupo (?) che sembra però di epoca molto posteriore, forse della fine del secolo XI e che si vuole provenga da S. Andrea a Civana (4). L'interno della chiesa è ad aula con abside semicircolare. Il soffitto è a capriate lignee semplici. Il presbiterio ha una copertura a volto a botte con unghie. Il campanile si innalza a fianco del prospetto nord. Sul sagrato è collocata una bella maestà a pilastrino in pietra, con nicchia a volute sagomate ed acroterio, dedicata a S. Michele Arcangelo. Il nucleo di Massa è localizzato su un crinale tra le valli del Secchia e del Dolo, a sud-ovest del monte Lama. All'inizio della salita verso la chiesa, sulla sinistra, si trova l'oratorio della Madonna delle Grazie attribuibile probabilmente alla seconda metà del secolo XIX dimostrando diverse analogie con loratorio di Montecroce. Presenta una semplice fattura con facciata a capanna, paramento in pietra ad angolari rifiniti. L'interno è ad aula con abside semicircolare. Le lesene con finte scanalature sorreggono un'alta fascia marcapiano su cui si imposta la volta a botte costolonata e decorata. Nel gruppo di case vicine si osserva una torretta colombaia di non antica fattura sviluppata su tre livelli, con due cordoli lineari allintorno. Presso la deviazione della strada per Bargio è infine notabile una maestà novecentesca dedicata alla Madonna. |