Nella località si sono rinvenute le tracce di un insediamento dell'età del bronzo (1) e diversi reperti di epoca romana tra cui tombe isolate ad inumazione in siti non determinati (2). "Magno Casale" è nominato per la prima volta in una carta del 989 e successivamente nella Bolla di Stefano IX dell'anno 1057: "unum mansum in Magno Casale et Capella S. Silvestri cum dominicato", nelle bolle di Alessandro II del 1072 ed Alessandro III del 1178 (3). Vi possedeva beni il Monastero di S. Prospero di Reggio cui dipendeva anche la Chiesa, come indicato nelle Decime del 1302 (4). La chiesa è riedificata da Francesco Zoboli nella prima metà del XV secolo (5). Diversi lavori vengono condotti sotto il rettore Domenico Ferretti (1657-1709) (6). La visita del Vescovo Marliani del 1663 riporta la chiesa come "antiquae structurae" e messa in volto. Era di forma rettangolare, ad una navata con coro ad oriente. Nel 1658 fu fatto un nuovo Battistero. L'antica torre innalzata nel 1650 fu rinforzata e nuovamente sopraelevata nel 1672. Nel 1772 si pensò di costruire un nuovo edificio su disegno di P. Armani. I lavori furono interrotti con la soppressione delle confraternite; ripresi nel 1790 si conclusero nel 1793. La Chiesa ebbe invertito l'orientamento con una nuova facciata verso la strada. Alla fine dell'Ottocento sono eseguiti diversi interventi di abbellimento interno e del sagrato. La canonica costruita dal 1830 al 1838 è restaurata nel 1909 insieme alla Chiesa (7). Questa presenta una sobria facciata scandita da due coppie di lesene laterali e conclusa da un frontispizio spezzato. L'interno è semplice e maestoso, ad una sola navata con sei colonne di ordine ionico a due a due intermezzate da cappelle per ogni lato. Il campanile è a cella monofora. Nel 1314 il Comune di Reggio ordina che gli uomini di Mancasale vi costruissero una buona "rosta" in vicinanza della Chiesa. La torre fu occupata nel 1345 dal Marchese d'Este e distrutta dai Gonzaga nel 1354. Nel 1315 Mancasale con 22 "fuochi" era una pendice di Reggio e nel 1447 un Comune autonomo poi unito a quello capoluogo (8). Alla fine del Settecento comprendeva 903 abitanti (9). Un privilegio dell'Imperatore Carlo IV in favore di Francesco Zoboli cita la concessione al suddetto, nel 1357, del mulino sul Naviglio (10). Il mulino "Chiesa" con il torchio è ancora indicato nella Carta Idrografica d'Italia del 1888 (11).