Il luogo di S. Eleocadio (S. Valentino) è indicato su una carta del 1010 e la corte compresa tra i possedimenti del Vescovo di Reggio in un Diploma del 1160 concesso dall'Imperatore Federico I (1). Nel 1070 il Vescovo di Reggio vi teneva un presidio e ciò fa pensare che all'epoca già fosse esistente un castello di cui nel 1205 i Signori di Magreta possedevano la nona parte (2). Gli stessi presteranno il giuramento di fedeltà al Comune di Reggio. Molti beni, anche allodiali, aveva la chiesa di Reggio in quel territorio poiché il Vescovo Pietro nel 1210 ne diede l'investitura ai Signori del Gesso (3). Nel 1255 il castello passò ai Fogliani e quindi distrutto nel 1288 durante la lotta tra le frazioni di questa casata, che lo riebbe nel 1296. Nel 1320 il castello fu occupato dai reggiani e nuovamente distrutto nel 1341 dai Gonzaga. Ricostruito da Bonifacio Fogliani nel 1350, venne ceduto da Guido Savina nel 1373 ai Visconti insieme ad altri 24 castelli tra cui anche Rocca Tiniberga. Pervenuto in dominio degli Estensi questi, nel 1432, lo diedero a Jacopo Gilioli. Nel 1455 Leonello d'Este cedette il feudo alla famiglia Sacrati di Ferrara in permuta del Castello di Fusignano in Romagna; nel 1507 Jacopo Sacrati ne ottenne l'investitura. S. Valentino rimarrà sotto il governo di questa famiglia fino alla fine del secolo XVIII quando passò a far parte del Comune di Castellarano. In quest'epoca il Ricci ne riporta la popolazione in 349 abitanti (4). Castello e borgo determinano un impianto tipicamente medievale, arroccato su un costone elevato, tra le valli del Tresinaro e del Secchia, a sviluppo lineare focalizzato sull'emergenza del castello cui si accede per un erta stradetta fiancheggiata da case. All'inizio del borgo sono ancora individuabili le tracce del portale d'ingresso e di un largo fossato. Spicca il torrione merlato medievale unito alla parte dell'antico maniero ricostruito nel XVI secolo. Oltre alla torre seicentesca documentata anche da una piccola lapide datata "Aprile 1384" che ricorda i restauri del Fogliani, e le mura perimetrali di sostegno a forte scarpata, e` da segnalare un bel loggiato cinquecentesco con quattro colonne in pietra, decorate da capitelli con lo stemma della famiglia Sacrati. Lo stesso stemma orna anche un camino in arenaria con decorazioni a fogliami ed animali, posto in una sala al piano terreno (5). Entro il recinto del castello si trovava anche un oratorio dedicato a S. Biagio, diroccato nel 1707. In suo luogo è stato in seguito costruito un oratorio dedicato a S. Domenico ed alla Madonna del Rosario (6). Il castello, acquistato dal Comune di Castellarano,è stato oggetto nel 2008 di un primo intervento di restauro. Nel 2010 uno scoscendimento ha causato il parziale crollo delle murature di contenimento. La Pieve, di cui si rimanda alla relativa scheda, è nominata nei privilegi dell'Imperatore Ottone II del 960 (7).